Brad Sigmon, un uomo di 67 anni condannato alla pena di morte in Carolina del Sud, si trova al centro di una controversia legale a pochi giorni dalla sua esecuzione, prevista per il 7 marzo. Il caso ha attirato l’attenzione per una scelta insolita: Sigmon ha optato per il plotone di esecuzione, un metodo raramente utilizzato negli Stati Uniti e che non viene applicato dal 2010.

Un crimine brutale e una condanna esemplare
La storia di Sigmon risale al 2001, quando fu condannato per l’omicidio dei genitori della sua ex fidanzata, William David e Gladys Larke. Il delitto avvenne una settimana dopo la fine della relazione: Sigmon si introdusse nella casa della coppia e li uccise brutalmente colpendoli con una mazza da baseball. Oltre alla condanna a morte, ricevette due ergastoli e una pena aggiuntiva di 30 anni per violazione di domicilio.
Una scelta obbligata?
In Carolina del Sud, i detenuti nel braccio della morte possono scegliere tra tre metodi di esecuzione: iniezione letale, sedia elettrica o plotone di esecuzione. Sigmon ha optato per quest’ultimo, ma i suoi avvocati sostengono che la decisione sia stata presa senza informazioni complete. L’avvocato difensore, Gerald “Bo” King, ha presentato un’istanza per sospendere l’esecuzione, sostenendo che il suo assistito temeva che l’iniezione letale potesse causare una morte lenta e dolorosa.
Le sue preoccupazioni derivano da precedenti esecuzioni nello stato, come quelle di Marion Bowman e Richard Moore, avvenute rispettivamente nel 2021 e nel 2022. Entrambi i condannati ricevettero una dose doppia di pentobarbital rispetto agli standard di altri stati e impiegarono oltre 20 minuti per morire. Nel caso di Moore, l’autopsia rivelò che il farmaco era stato somministrato in due dosi separate da un intervallo di 11 minuti. La difesa di Sigmon sostiene che il detenuto non abbia mai ricevuto informazioni sulla provenienza, la validità o la concentrazione dei farmaci, rendendo impossibile una scelta consapevole.
Una decisione imminente e il dibattito sulla pena di morte
Le autorità della Carolina del Sud difendono la legittimità delle procedure, affermando che le esecuzioni avvengono nel rispetto delle norme umanitarie. Nei casi di Bowman e Moore, i rapporti ufficiali indicano che i condannati persero conoscenza in circa un minuto, nonostante la morte sia avvenuta dopo un tempo più lungo.
Ora, il destino di Sigmon è nelle mani della giustizia. Se il ricorso verrà respinto, sarà il primo detenuto a essere giustiziato tramite plotone di esecuzione negli Stati Uniti dopo 14 anni. Il caso riaccende il dibattito sulla trasparenza delle procedure e sulle implicazioni etiche della pena di morte, un tema che continua a dividere l’opinione pubblica americana.
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