In un contesto di crescente preoccupazione per il riscaldamento globale, alcuni scienziati stanno elaborando un piano ambizioso per proteggere il nostro pianeta: ridurre l’intensità del sole. Le loro ricerche suggeriscono che imitare gli effetti di un’eruzione vulcanica, che può oscurare temporaneamente il sole, potrebbe essere una strategia valida per contrastare il cambiamento climatico.
Peter Irwin, professore di geoscienze presso l’Università della California a Londra, ha spiegato come le grandi eruzioni vulcaniche producano una nebbia di particelle minuscole nell’atmosfera, risultando in una diminuzione delle temperature globali. Irwin propone che, riducendo dell’1% la luminosità del sole, si potrebbe abbassare la temperatura della Terra di 1°C.
Questa proposta non convenzionale potrebbe anche aiutare a preservare le aree ghiacciate del pianeta, offrendo agli scienziati un modo per influenzare direttamente il cambiamento climatico. Tuttavia, gli esperti avvertono che tali tecniche potrebbero avere effetti collaterali negativi, come danni allo strato di ozono e un aumento delle malattie respiratorie.
Di fronte a tali rischi, il governo degli Stati Uniti ha avviato un progetto quinquennale di ricerca sulla geoingegneria solare, esplorando l’idea di diffondere aerosol nella stratosfera per creare un sottile velo che rifletta la luce solare. Nonostante ciò, permangono preoccupazioni riguardo agli impatti ambientali negativi di tale procedura.
Chris Sacca, fondatore di Lowercarbon Capital, enfatizza la necessità di equilibrare rischi e benefici in questo ambito di ricerca.
“Deviamo la luce solare per salvaguardare la vita di miliardi di persone“, dice.
Adesso, il dibattito si concentra sul costo e sulla fattibilità di tale iniziativa. Gli specialisti stimano che un programma per ridurre la temperatura globale di 1°C costerebbe circa 8 miliardi di sterline all’anno, ma sostengono che sia una soluzione più conveniente rispetto ad altre iniziative per mitigare il cambiamento climatico.
