Barbara D’Urso anche nella scorsa puntata di Domenica Live ha dato spazio a numerosi personaggi, ricchi di storie da raccontare, ma senza dubbio tra tutti ha spiccato Dalila Di Lazzaro che, presentando la sua biografia, ha avuto modo di ripercorrere la sua vita, svelando momenti inediti del passato, e soprattutto episodi terribili che l’hanno inevitabilmente segnata.
Dalila, l’attrice e modella diventata un’icona di bellezza negli anni Settanta e Ottanta, a “Domenica Live” racconta visibilmente emozionata alcuni dei momenti più difficili della sua vita: quelle tre violenze sessuali che solo recentemente ha deciso di rendere note per liberarsi di un peso ma, soprattutto, nella speranza di poter essere d’esempio a tutte le altre vittime di questo genere di abusi.
“Devo molto alla mia tata, è stata l’unica persona alla quale ho trovato il coraggio di raccontare ciò che mi era stato fatto. All’epoca, purtroppo, di certe cose non potevi parlare con i parenti, soprattutto se accadevano in famiglia”, ha spiegato.
Aggiungendo: “La prima volta fui violentata da un cugino a soli sei anni”. La seconda all’età di 17 anni, al termine di una sfilata: “Fui puntata da un tizio che mi sequestrò per quattro giorni, subii ogni genere di patimento. Ma io sono una leonessa, supero ogni cosa”. La terza a quarant’anni, “Tradita da una persona che ritenevo amica. Lui era miliardario: se gli avessi fatto causa mi avrebbe schiacciata”, racconta l’attrice, che però chiosa con un sorriso: “Sono riuscita a trovare dentro di me la forza di superare questi shock e soprattutto di perdonare”.
Tra i più grandi dolori che hanno colpito la Di Lazzaro c’è anche la perdita prematura del figlio e la lotta per adottare un bambino purtroppo invano.
La diva ha poi svelato di essere stata corteggiata da molti colleghi. In particolare disse no a Jack Nicholson, da cui venne sedotta e con cui passo una notte senza fare nulla (“Mi sono pentita!”), e persino ad Alain Delon: “con le persone con cui lavoro non riesco. Alain Delon era bello come il sole. Quando ho lavorato con lui (nel film francese “Tre uomini da abbattere” di Jacques Deray nel 1980, ndr) avevo charter di amiche che venivano solo per vederlo”.
Per quanto riguarda Gianni Agnelli, racconta: “Ero una bambina. Una sera un produttore mi disse: ‘Mi accompagni a mangiare dal mio avvocato?’. Insisteva e andai con un vestitino azzurro, era estate. Mi ha portato in una bellissima casa. Vedo un signore in tight. Era il maggiordomo, che ci ha portato in giro per questa casa bellissima. E poi me lo sono trovato davanti… Se mi ha corteggiato? Come dice Raz, sono fatti miei”.