Diabete, all’EASD di Lisbona grande successo della ricerca Made in Italy

VEB

Al Congresso della European Association for the Study of Diabetes, EASD, la società europea per lo studio del diabete, grande successo della ricerca Made in Italy: premiati tre giovani ricercatori italiani.

Teresa Mezza dell’Università Cattolica di Roma, Ernesto Maddaloni dell’Università Campus Bio-Medico di Roma e Giuseppe Daniele dell’Università di Pisa, sono i tre ricercatori italiani che a Lisbona, dove da poco ha aperto i battenti il Congresso EASD, hanno dato lustro alla diabetologia italiana.

Il Presidente della SID, Società Italiana di Diabetologia, Giorgio Sesti, è giustamente fiero dei risultati ottenuti dai talentuosi ricercatori italiani. IL SID da anni sostiene che quello della diabetologia italiana è un ruolo di primo piano nel panorama internazionale.

Questo non solo perché si può contare su team eccellenti, ma anche perché esiste una rete diabetologia così efficiente da permettere all’Italia di essere il Paese occidentale con il più basso tasso di emoglobina glicata e di complicanze croniche e, cosa ben più importante, di eccesso di mortalità nei diabetici.

Questo nonostante il diabete sia una malattia molto “subdola” che, come dicono gli esperti, può essere “totalmente asintomatica, e quindi trascurata, con il rischio di sviluppare complicanze come retinopatia, neuropatia, nefropatia, cardiopatia, piede diabetico, se non tempestivamente diagnosticata e trattata”.

Sul sito del SID il Presidente Sesti ha scritto: “Sono particolarmente lieto nel comunicarvi che i dottori Giuseppe Daniele, Ernesto Maddaloni e Teresa Mezza conseguito il prestigioso riconoscimento EFSD denominato Future Leaders Mentorship Programme for Clinical Diabetologists. È un orgoglio per l’intera comunità diabetologica italiana e per SID apprendere questa notizia in considerazione che su cinque premi ben tre sono stati conseguiti da ricercatori Italiani e nostri giovani colleghi attivamente impegnati nelle attività di SID e di YoSID”.

A Teresa Mezza, premiata anche del Rising Star Fellowship Programme per le sue ricerche sulla plasticità delle cellule pancreatiche, va il merito di avere avuto la brillante idea innovativa di studiare le cellule che producono insulina nelle persone che, nonostante i molti fattori di rischio, non si ammalano di diabete.

La dottoressa Mezza, collaborando con i chirurghi, è riuscita a capire come le beta cellule reagiscono, si trasformano e difendono dal diabete. In pratica, lo studio nasce dalla convinzione che solo se si capiscono questi meccanismi, è possibile sviluppare nuove terapie.

Orgoglioso dei risultati della ricercatrice anche il Professor Andrea Giaccari del dipartimento di Endocrinologia del policlinico universitario Gemelli, che ha seguito la dottoressa Mezza fino alla Laurea, punto di partenza per accedere alla specializzazione avvenuta allo Joslin Center della Harvard University, uno dei più rinomati centri mondiali per lo studio del diabete.

“È un successo della diabetologia italiana – dichiara il Professo Giaccari – e degli sforzi maggiori che i nostri giovani devono compiere per raggiungere il successo con i mezzi che abbiamo a disposizione”.

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