Il diabete continua ad essere preoccupante in Sicilia

VEB

Il diabete è una malattia in cui i livelli di glucosio nel sangue o di zucchero nel sangue sono troppo alti, il glucosio deriva dagli alimenti che siamo soliti mangiare, mentre l’insulina è un ormone che aiuta il glucosio a entrare nelle cellule per dargli energia. Con il diabete di tipo 1 , l’organismo non produce insulina, con il diabete di tipo 2 , il tipo più comune, l’organismo invece non produce o usa bene l’insulina e senza abbastanza insulina, il glucosio rimane nel sangue. Ciò significa che il livello di zucchero nel sangue è più alto del normale, ma non abbastanza alto da essere chiamato diabete.

Come abbiamo avuto modo di ripetere più volte, ormai il diabete è una vera e propria epidemia globale:  400 milioni di individui affetti in tutto il mondo (di cui almeno 190 senza diagnosi) e oltre 4 milioni di cittadini italiani, dei quali il 90% è di tipo 2.

Negli Stati Uniti, è la terza causa di morte negli Usa, dopo le cardiovascolari e il cancro e nel mondo, secondo il Mortality and Causes of Death Collaborators 2015, la mortalità totale per diabete risulta aumentata dal 2005 al 2015 del 32.1% con 1.5 milioni di morti in più.

Secondo il Diabetes Atlas, inoltre, entro il 2040 si arriverà a 642milioni di pazienti. E in Italia si prevedono 5 milioni di persone affette da diabete tipo 2 entro il 2020.

La frequenza di questa malattia insidiosa sta aumentando ovunque, anche in paesi come il Bangladesh, ad esempio,  in cui lo stile alimentare è molto diverso dal nostro. Nell’insorgenza del diabete interviene una componente genetica, ma questa non è certo il fattore più importante, come suggeriscono diversi indizi: i rapidi cambiamenti temporali, inclusa l’epidemia cui stiamo oggi assistendo; la forte associazione con l’obesità; la riduzione netta del rischio attraverso la perdita di peso e l’esercizio fisico.

Ricordiamo che il diabete mellito è un’alterazione del metabolismo energetico che comprende condizioni morbose molto differenti tra loro, contraddistinte dalla presenza di un denominatore comune: l’iperglicemia (patologica concentrazione degli zuccheri nel sangue), causata da un deficit assoluto o relativo dell’insulina prodotta dall’organismo. Questa malattia cronica comprende almeno due varietà distinte: il diabete di tipo 1e quello di tipo 2.

Il diabete di tipo 1, o giovanile, più raro fra le due forme, è a carattere ereditario anche se con variabilità discontinua. Risulta causato da un processo cronico autoimmune che distrugge specificamente le cellule del pancreas deputate alla sintesi e alla secrezione dell’insulina, un ormone essenziale per il corretto utilizzo del glucosio presente nel sangue; non esiste una cura specifica anche se questo tipo di diabete viene gestito per mezzo di un trattamento insulinico.

Il diabete di tipo 2 è causato invece dalla ridotta efficacia dell’azione dell’insulina e dal deterioramento delle cellule che la producono. L’iperglicemia alla lunga causa complicanze legate a un restringimento delle arterie, associato a ipertensione e a presenza di grassi nel sangue, accrescendo il rischio cardiovascolare.

Una persona diabetica di 50 anni ha una speranza di vita inferiore di 6 anni rispetto a un non-diabetico, anche se non si conoscono bene i meccanismi attraverso cui si esercitano questi effetti, così diversi e devastanti.

E purtroppo la mortalità sta aumentando esponenzialmente anche in Italia e soprattutto in Sicilia.

I dati pubblicati dall’Italian diabety e obesity Barometer Report disegnano un quadro in cui in Sicilia è delineata una forte emergenza: circa il 6% della popolazione, ossia oltre 300000 abitanti soffrono di diabete.

Inoltre una quantità indefinita di siciliani non sa di esserlo; anche il dato sull’obesità preoccupa, in particolar modo quella infantile. Oltre il 20% dei bambini tra gli otto e i nove anni è sovrappeso e il 13% è da dichiararsi obeso.

La Sicilia per fortuna, anche se i dati sono ancora allarmanti, si è mossa da tempo attraverso opere di sensibilizzazioni che possano mettere al bando le cattive abitudini alimentari. Una terra collocata al centro del Mediterraneo avrebbe la possibilità di basare il proprio stile di vita sulla famosa dieta di cui tanto si parla nel mondo, facendo in modo che soprattutto i più giovani evitino di affidarsi a modelli d’importazione, come i fast food, per i loro pasti.

“Alla base dell’alta incidenza della malattia – commenta Enzo Provenzano, responsabile del centro regionale di riferimento di Diabetologia e Microinfusori – ci sono cattive abitudini alimentari. Si preferisce il cibo da fast food, e in genere quello troppo ricco di calorie, piuttosto che la dieta mediterranea. Si eccede con le tre polveri bianche: farina, zucchero e sale. Si bevono troppe bevande gasate E si fa poca attività fisica”.

Nell’Isola il 58,4% della popolazione dichiara di non svolgere alcuna attività fisica, a livello nazionale la percentuale scende al 39,2%. Il risultato di questi errori a catena è un tasso di mortalità in Sicilia più elevato che nel resto d’Italia, soprattutto per gli uomini.

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