La stragrande maggioranza dei nostri bambini, per nostra fortuna, sono viziati o comunque facciamo del nostro meglio per non fargli mancare nulla, per farli crescere sani, forti, istruiti, pronti ad affrontare il mondo.
Eppure, nel mondo, ci sono milioni di bambini che non hanno praticamente nulla: cibo, acqua, ma soprattutto diritti.
Eppure quasi un secolo fa si era già capita l’importanza di sancirli in un documento: la dichiarazione dei diritti del fanciullo.
Questo documento fu redatto a Ginevra il 23 febbraio 1923 dalla Società delle Nazioni in seguito alle conseguenze prodotte dalla Prima guerra mondiale sui bambini. Venne adottata dall’Assemblea Generale della Società delle Nazioni nel 1924.
La dichiarazione elenca tutti i diritti che devono essere garantiti ad ogni bambino, tra cui un adeguato sostegno materiale e spirituale, la protezione da ogni sfruttamento, il diritto all’istruzione e il diritto al giocare.
I diritti del fanciullo sono universali, appartengono a tutti i minori senza distinzioni di razza, religione o etnia.
Le leggi devono quindi prendersene cura con provvedimenti adeguati che ne garantiscano l’identità e la sicurezza sociale.
Questa dichiarazione è stata poi emendata nel 1968, 1984, 1994, 2005 e 2006.