E’ vero che l’invecchiamento non è legato all’età?

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L’invecchiamento non è legato solamente alla nostra età anagrafica, è davvero possibile tutto questo secondo la scienza.

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Quando gli scienziati hanno iniettato a giovani topi il sangue di vecchi topi come risultato dell’esperimento, i giovani topi hanno mostrato segni di vecchiaia per un breve periodo.

Esattamente lo stesso effetto dell’invecchiamento è stato osservato quando le cellule umane sono state immerse nel plasma degli anziani.

Topi giovani di tre mesi di età (tutti maschi) sono stati trasfusi con sangue di un topo più anziano di età compresa tra 22 e 24 mesi. I giovani topi sono stati quindi testati per la forza muscolare per vedere se il sangue vecchio causa effetti di invecchiamento dei tessuti.

I ricercatori hanno scoperto che rispetto a un gruppo di controllo (topi giovani che hanno ricevuto una trasfusione di sangue da un altro topo giovane), i topi che hanno ricevuto sangue da un vecchio topo avevano “ridotto la forza di contrazione massima e tassi significativamente più brevi di sviluppo della forza e rilassamento durante le contrazioni“.

All’inizio dello studio, i roditori sono stati testati per la resistenza fisica su un tapis roulant e, 7 giorni dopo l’infusione di sangue, sono stati testati di nuovo. I topi che si rifiutavano di correre venivano stimolati con un flusso d’aria che li costringeva a correre fino all’esaurimento.

I topi che hanno ricevuto il vecchio sangue si sono stancati più velocemente e hanno percorso distanze più brevi sul tapis roulant rispetto al gruppo di controllo. Questi topi hanno anche mostrato biomarcatori di danno renale e segni di invecchiamento del fegato.

Quando in questo esperimento è stato somministrato sangue giovane a topi più anziani, i lipidi, la fibrosi e l’affaticamento sono diminuiti e la resistenza muscolare è aumentata.

L’ultimo risultato è simile a quello di uno studio precedente condotto dall’Università della California nel 2005. Ha dimostrato che la creazione di gemelli siamesi da topi giovani e vecchi potrebbe invertire i segni dell’invecchiamento nei topi più anziani.

Utilizzando lo scambio di sangue eterocrono, riportiamo una trasmissione dell’invecchiamento fisiologico dai topi vecchi a quelli giovani“, affermano i ricercatori. “Questa risposta non è correlata… all’età cronologica.”

I ricercatori hanno ipotizzato che le cellule dei topi anziani secernono un “fenotipo secretorio associato all’invecchiamento” (SASP) che contribuisce all’invecchiamento, come debolezza muscolare, perdita di resistenza e danni ai tessuti.

Le cellule senescenti che hanno smesso di riprodursi hanno il potenziale per influenzare le cellule vicine all’interno di un individuo più giovane, anche se l’invecchiamento cronologico non si verifica prima.

I ricercatori hanno anche posizionato cellule renali umane nel plasma prelevato da persone di età compresa tra 60 e 70 anni e hanno trovato molteplici biomarcatori dell’invecchiamento in un esperimento di sei giorni.

Questi biomarcatori non sono stati rilevati quando l’esperimento è stato ripetuto utilizzando plasma prelevato da persone tra i 20 ei 30 anni.

Entrambi gli esperimenti mostrano che la regolazione e la modulazione di vari fattori, incluso il SASP, possono portare a nuove strategie terapeutiche per aumentare la durata della vita, concludono i ricercatori.

Fonte@Nature Metabolism.

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