Un avvertimento severo sulla potenziale escalation delle ambizioni russe arriva da una delle figure più autorevoli dell’intelligence e della strategia militare statunitense: il Generale David Petraeus, ex Direttore della CIA ed ex comandante delle forze di coalizione in Iraq e Afghanistan. Durante un recente webinar ospitato dal prestigioso think tank britannico Policy Exchange (https://policyexchange.org.uk/), Petraeus ha delineato uno scenario preoccupante, suggerendo che la Lituania potrebbe diventare il prossimo obiettivo di Vladimir Putin una volta consolidati (secondo i suoi piani) i risultati in Ucraina. L’analisi dell’esperto include anche una critica ai ritardi occidentali nel fornire supporto militare a Kyiv.

Le Mire Espansionistiche di Putin: Ucraina Totale e poi i Baltici?
Secondo Petraeus, le ambizioni del Cremlino in Ucraina vanno ben oltre il controllo delle quattro regioni annesse e della Crimea. L’obiettivo finale, ha dichiarato il generale, sarebbe quello di “rovesciare Volodymyr Zelenskyy e sostituirlo con un fantoccio russo, in modo da controllare tutta l’Ucraina”. Ma la “sanguinaria missione” di Putin, come definita nel contesto delle sue dichiarazioni, non si fermerebbe qui.
L’ex capo della CIA ha specificato che, una volta raggiunti tali scopi, Putin potrebbe rivolgere la sua attenzione agli Stati Baltici, con la Lituania come candidato più probabile. Questa previsione si basa sulla frequente menzione della Lituania nei discorsi di Putin e sul suo ruolo strategico. Petraeus ha esortato l’Occidente a “prendere atto” di questa minaccia “prima che sia troppo tardi”.
A sostegno della sua tesi, Petraeus ha richiamato la tristemente nota definizione data da Putin della dissoluzione dell’URSS come “la più grande catastrofe geopolitica del XX secolo”. Per il generale, questa affermazione è un chiaro indicatore dell’agenda revanscista e revisionista a lungo termine del Cremlino. “Avremmo dovuto ascoltarlo molto di più quando ha risposto a quella domanda… Questo vi dà un’idea della sua storia piena di rancori,” ha commentato Petraeus.
Critiche alla Risposta Occidentale e il Fattore Tempo
Il Generale Petraeus non ha risparmiato critiche alla gestione del supporto occidentale all’Ucraina. Pur riconoscendo una “solida determinazione” iniziale da parte degli alleati NATO e UE, ha sottolineato come questa sia stata compromessa da consegne di armi “lente e incoerenti”. “C’è ancora molta strada da fare,” ha affermato, “Avremmo dovuto fare così tanto per gli ucraini da fargli cambiare la dinamica sul campo di battaglia, dimostrando a Mosca che non possono ottenere ulteriori vantaggi a costi accettabili”.
Petraeus ha inoltre osservato che l’amministrazione Biden, pur agendo rapidamente all’inizio del conflitto su vasta scala, avrebbe poi “rallentato troppo”, infondendo fiducia a Putin. “Ogni volta che l’Ucraina lo chiedeva, le veniva detto di no, poi forse, e poi alla fine lo otteneva,” ha criticato, auspicando invece “un’azione rapida e decisa che sarebbe stata molto più utile”.
Il testo originale da cui si traggono queste informazioni menziona che alcuni analisti attribuiscono una certa cautela passata dell’Occidente nei confronti del leader russo a dinamiche politiche specifiche, come l’approccio talvolta attribuito a Donald Trump, che potrebbe aver lasciato a Putin margini di manovra.
Perché la Lituania? Il Corridoio di Suwalki e il Sostegno a Kyiv
La Lituania è considerata un potenziale “punto caldo” per diverse ragioni strategiche:
- Il suo fermo e costante sostegno all’Ucraina.
- La decisione di tagliare i legami energetici con la Russia.
- Il suo controllo sul corridoio di Suwalki, una stretta fascia di territorio tra la Polonia e la Lituania che separa l’exclave russa di Kaliningrad dalla Bielorussia, alleata di Mosca. Un’eventuale azione russa in quest’area potrebbe mirare a stabilire una continuità territoriale con Kaliningrad.
Queste dichiarazioni di alto profilo, come quelle del Generale Petraeus, sono solitamente riprese e analizzate da importanti testate internazionali come Reuters (https://www.reuters.com/) e Associated Press (https://apnews.com/), e da think tank specializzati in geopolitica e sicurezza come il Center for Strategic and International Studies (CSIS) (https://www.csis.org/) o l’Atlantic Council (https://www.atlanticcouncil.org/), che da tempo monitorano la situazione negli Stati Baltici e le implicazioni strategiche del corridoio di Suwalki.
Conclusione: Un Monito da Non Sottovalutare
Le parole del Generale Petraeus a maggio 2025 risuonano come un campanello d’allarme per le cancellerie occidentali. Sottolineano non solo la persistenza delle ambizioni russe, ma anche la necessità di una strategia occidentale coesa, tempestiva e risoluta nel supportare l’Ucraina e nel prevenire future aggressioni. La finestra per agire, secondo l’ex capo della CIA, potrebbe non rimanere aperta indefinitamente.