Emicrania, approvato il primo farmaco specifico contro questa patologia

VEB

Circa il 2% della popolazione globale si trova a soffrire di emicranie croniche. Secondo alcune stime, l’emicrania è la terza malattia più comune al mondo e si colloca tra le prime dieci cause di disabilità.

Soltanto negli Usa oltre 30 milioni di persone soffrono di questa patologia invalidante.

L’emicrania infatti non è un semplice mal di testa, come molti erroneamente credono: un’emicrania è spesso accompagnata da sintomi disabilitanti come nausea e vomito, difficoltà di parola e avversione alla luce e al rumore. Il mal di testa può pulsare e durare per ore o giorni.

I numerosi studi condotti fino ad oggi non hanno chiarito i meccanismi alla base dell’emicrania. Attualmente, è considerata una patologia multifattoriale alla cui origine concorrono sia fattori ambientali che genetici.

I fattori scatenanti, interni o esterni all’organismo (alcuni alimenti, ansia, depressione, stress, rilassamento dopo lo stress, alterazione del ciclo sonno-veglia, modificazioni degli ormoni sessuali femminili, alcuni farmaci, ecc..), agiscono su un “cervello speciale”, un cervello che produce meno energia e consuma di più, determinando l’attacco emicranico.

Per bloccare la crisi in arrivo, ridurre l’intensità del dolore e dei sintomi associati possono essere utilizzati analgesici e antinfiammatori da automedicazione. Per chi invece soffre di emicrania frequente o di attacchi particolarmente invalidanti e/o resistenti alla terapia d’attacco, è indicata la terapia di profilassi o farmaci più specifici da concordare con lo specialista, ma nulla di definitivo esiste come cura.

Molto presto però si potrebbe arrivare ad una svolta decisiva: un nuovo farmaco infatti potrebbe migliorare di molto la vita delle persone che soffrono di emicrania, grazie a un approccio nuovo al trattamento della malattia che si sta dimostrando molto più efficace delle terapie finora disponibili.

Il farmaco è il primo sviluppato specificamente per l’emicrania: quelli usati finora erano pensati per altre patologie, per esempio la pressione alta.

Si chiama Aimovig ed è stato approvato giovedì dalla Food and Drug Administration, l’agenzia che regolamenta i prodotti alimentari e farmaceutici negli Stati Uniti.

L’Aimovig si basa su una scoperta fatta negli anni Ottanta: l’emicrania è legata alla produzione di CGRP, una proteina (più propriamente un peptide) che ha un effetto vasodilatatore ed è coinvolto nella trasmissione del dolore. Gli scienziati hanno scoperto che chi soffre di emicrania produce troppo CGRP, e si è capito che bloccandone in parte la produzione poteva alleviare le emicranie.

Aimovig funziona quindi impedendo al CGRP di agire sulle superfici delle cellule ricettrici, e lo fa attraverso dei particolari anticorpi, che hanno anche il vantaggio di durare a lungo.

Il nuovo farmaco è stato sviluppato dalla casa farmaceutica Novartis e dalla società di biotecnologie Amgen, e consiste in un’iniezione mensile: negli Stati Uniti il trattamento avrà un costo di 6.900 dollari all’anno, che gli esperti giudicano appropriato visto il miglioramento della qualità della vita che promette.

Risultati del cosiddetto esperimento ‘Liberty’ presentati alla American Academy of Neurology lo scorso mese avevano mostrato benefici sul 30% dei pazienti che avevano preso il farmaco: per questi malati i giorni di emicrania sono diminuiti del 50%, contro il 13,7% di efficacia in chi aveva ricevuto un placebo.

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