Un recente sviluppo teorico, proposto da ricercatori del Niels Bohr Institute dell’Università di Copenhagen e della Tokyo University of Technology, offre una nuova prospettiva sugli inizi e l’evoluzione dell’universo.
Pubblicato nel Journal of Cosmology and Astroparticle Physics, lo studio suggerisce che l’accelerazione dell’espansione cosmica, un fenomeno finora attribuito all’elusiva energia oscura, potrebbe essere spiegata attraverso un processo di fusione con universi paralleli emergenti. Questa interpretazione fornisce un’alternativa intrigante alle attuali teorie cosmologiche, proponendo che l’universo inglobi costantemente realtà parallele nascenti.
Jan Ambjørn, fisico e autore principale dello studio, spiega che questo approccio offre una spiegazione più diretta e intuitiva per l’energia oscura, dimostrando una corrispondenza più precisa con i dati osservativi rispetto al modello cosmologico standard. Sebbene l’analisi si concentri principalmente su complesse formulazioni matematiche, la narrazione che ne emerge è caratterizzata da una notevole eleganza intellettuale, gettando nuova luce, ad esempio, sul fenomeno dell’inflazione cosmica.
L’inflazione, un’espansione esponenziale dell’universo verificatasi immediatamente dopo il Big Bang, ha sempre rappresentato uno dei fenomeni più misteriosi e dibattuti della cosmologia. Il nuovo studio propone che durante questa fase, il nostro universo abbia subito una collisione e successiva fusione con un universo preesistente, offrendo una potenziale risoluzione a numerosi quesiti irrisolti legati alla natura e alla conclusione dell’inflazione.
Nonostante l’assenza di una descrizione dettagliata del meccanismo di fusione, questa teoria apre la strada a nuove interpretazioni dell’evoluzione cosmica, evitando la necessità di ipotizzare campi specifici. Jusijuki Watabiki, fisico della Tokyo University of Technology, sottolinea l’importanza dei futuri dati osservativi provenienti dal telescopio spaziale James Webb e dal telescopio spaziale europeo Euclid per determinare la validità di questo modello rispetto alle teorie convenzionali sull’espansione dell’universo.
