Per decenni, la scienza ha considerato l’intelligenza come un’esclusiva degli esseri umani e dei mammiferi superiori. Tuttavia, nuove ricerche pubblicate sulla rivista Science nel febbraio 2025 ribaltano questa visione, dimostrando che alcune specie di uccelli possiedono capacità cognitive sorprendenti, paragonabili a quelle degli scimpanzé, pur avendo cervelli di dimensioni ridotte.
Secondo un’approfondita analisi guidata dal neurobiologo Onur Güntürkün dell’Università della Ruhr, in Germania, l’intelligenza potrebbe essersi evoluta in modo indipendente due volte sulla Terra: una nei mammiferi e una negli uccelli.
Corvi, cacatua e cince: piccoli cervelli, grandi capacità
Le osservazioni sul comportamento degli uccelli raccontano storie incredibili. I corvi sono in grado di pianificare azioni complesse e utilizzare strumenti. I cacatua riescono ad aprire contenitori con meccanismi complicati, mentre le cinciallegre memorizzano migliaia di nascondigli di semi con precisione quasi infallibile.
Come spiegato da Wired, questi esempi dimostrano che dimensioni del cervello e intelligenza non sono sempre correlate. Un corvo, con un cervello di appena 10 grammi, può eseguire compiti cognitivi simili a quelli di uno scimpanzé, il cui cervello pesa circa 400 grammi.
Due percorsi evolutivi separati per lo sviluppo dell’intelligenza
Tradizionalmente, si riteneva che l’intelligenza nei vertebrati derivasse da un antenato comune, vissuto oltre 300 milioni di anni fa. Ma le nuove evidenze genetiche, supportate da analisi dell’espressione dell’RNA e dallo sviluppo della neurobiologia comparata, suggeriscono una diversa ipotesi: uccelli e mammiferi avrebbero sviluppato in modo autonomo reti neurali complesse, capaci di supportare funzioni cognitive avanzate.
Il lavoro pionieristico di Harvey Cruttenden già nel XX secolo aveva messo in discussione l’idea che il cervello degli uccelli fosse “primitivo”, individuando aree cerebrali altamente specializzate. Negli anni Duemila, gli studi di Luis Puelles hanno confermato che il cervello degli uccelli si sviluppa secondo traiettorie diverse, pur raggiungendo risultati simili in termini di funzione.
Una nuova definizione di intelligenza animale
Le scoperte recenti stanno riscrivendo ciò che sappiamo sull’evoluzione della mente. Nonostante la mancanza della neocorteccia (la parte del cervello umano legata alla coscienza e al pensiero astratto), gli uccelli riescono comunque a elaborare informazioni, risolvere problemi e comunicare in modo sofisticato.
Secondo quanto riportato su ScienceDaily, queste capacità derivano da strutture alternative, come il pallium aviale, che nei volatili svolge funzioni equivalenti a quelle della corteccia cerebrale nei mammiferi.
Conclusione: l’evoluzione dell’intelligenza è più complessa (e affascinante) di quanto si pensasse
La teoria dell’evoluzione indipendente dell’intelligenza nei vertebrati apre nuovi scenari sulla comprensione della coscienza e delle capacità mentali nel regno animale. In particolare, riconoscere la sofisticazione cognitiva degli uccelli ci impone di ripensare la nostra relazione con le altre forme di vita.
Non si tratta solo di ammirare quanto sia intelligente un corvo: si tratta di rivalutare il concetto stesso di intelligenza, e con esso la nostra posizione nel grande albero della vita.
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