Fabrizio Corona, al processo si parla delle minacce ricevute dalla malavita

VEB

Il processo a Fabrizio Corona è nel pieno del suo svolgimento, e nelle scorse ore è stata chiamata a testimoniare anche la sua ex compagna, Belen Rodriguez, che ha confermato l’ossessione, ovvia a tutti, dell’ex re dei paparazzi per il denaro contante, da tenere sempre con sé: pare che Fabrizio non si sentisse sicuro senza almeno 20 mila euro nel portafoglio.

Ma nell’ultima udienza si è affrontata una questione molto più seria: tra i testimoni ascoltati ha parlato un poliziotto del Commissariato Porta Garibaldi-Venezia di Milano che aveva il compito in passato di verificare se l’ex ‘re dei paparazzi’ rispettasse le prescrizioni che gli erano state imposte dopo che aveva ottenuto l’affidamento in prova ed era tornato a vivere nella sua casa.

Il poliziotto ha raccontato che il calciatore Giuseppe Sculli, nipote del boss della ‘ndrangheta Giuseppe Morabito detto ‘U Tiradrittu’, sarebbe stata una minaccia “seria” per Fabrizio Corona: “gli aveva fatto una richiesta estorsiva e Corona era molto spaventato anche perché Sculli è un grosso malavitoso”.

“Una buona parte del mio ufficio in pratica lavorava solo per lui e diversi uffici in tutta Italia ci segnalavano la sua presenza ed erano in contatto con noi, perché lui faceva tantissime ‘comparsate’ in giro”, ha spiegato il teste chiarendo anche che “ha sempre rispettato gli orari”.

Ai giudici l’agente ha anche spiegato di avere cercato di convincere Corona a sporgere denuncia contro l’ex calciatore: “Gliel’ho chiesto più volte, ma lui mi ha detto ‘magari non succede più, aspettiamo’. Conoscendo sia Sculli che Corona, ho comunque lasciato il mio cellulare a Corona dicendogli di chiamarmi immediatamente se Sculli si fosse rifatto vivo in modo che saremmo intervenuti facendo le nostre indagini ed evitandogli così di fare denuncia. In quella circostanza l’ho visto molto spaventato”.

Una quindicina di giorni dopo, l’agente viene in effetti chiamato da Corona: “Mi raccontò che era scoppiata una bomba carta vicino a casa sua, gli dissi di chiamare immediatamente una Volante”.

Alla richiesta del legale se l’ufficio da lui guidato avesse mai riscontrato frequentazioni di Corona con personaggi malavitosi, il poliziotto ha risposto: “Non nel nostro periodo di monitoraggio, durante il quale avevamo tutto il piano della sua giornata. Ma non posso escludere che sia avvenuto altrove, parlo solo per quanto di mia competenza”.

Ricordiamo che Fabrizio Corona è accusato di intestazione fittizia di beni, frode fiscale e violazione delle norme patrimoniali sulle misure di prevenzione per la vicenda dei 1,7 milioni in contanti trovati nel controsoffitto di casa della sua amica e collaboratrice Francesca Persi (anche lei a processo) e i 900mila euro nascosti in due cassette di sicurezza in Austria.

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