Il processo ormai è alle battute finali: Alessandra Dolci, pubblico ministero del tribunale di Milano, ha chiesto una condanna a 5 anni di carcere per Fabrizio Corona, imputato per intestazione fittizia di beni, sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte e violazione delle norme patrimoniali sulle misure di prevenzione e tornato in carcere lo scorso ottobre per i 2,6 milioni di euro trovati in parte in Austria in parte in un controsoffitto.
Il «modus operandi» di Corona, a detta del pm, «è lo stesso del passato, quello di cercare di rendere i soldi non tracciabili, per questo vengono messi nel controsoffitto, perché sono al riparo dell’autorità giudiziaria».
Corona – ha ricordato il pm – in origine aveva spiegato che sia i soldi nel controsoffitto che quelli in Austria erano i soldi incassati in nero dalla sua società, la Atena, poi aveva modificato ripetutamente la sua versione. Alla fine, come è noto, ha spiegato che erano gli incassi in contanti delle sue comparsate ad eventi di ogni genere in giro per l Italia, realizzati nel corso tra il 2008 e il 2012, un tesoretto messo da parte per quando sarebbe uscito dal carcere dopo avere scontato le pene per l’inchiesta Vallettopoli.
Fabrizio Corona durante l’udienza – prima della requisitoria del pm – è stato allontanato dall’aula a causa di urla e altre “intemperanze”.
Al presidente del collegio Guido Salvini, che ha chiesto alla difesa se l’imputato “volesse assistere ora tranquillamente e rispettosamente alla discussione” del pm, il legale Ivano Chiesa ha risposto: “Sì, lui si scusa, si è scusato, ha perso la pazienza, purtroppo è il suo carattere e gli è già costato caro”.
Del resto già altre volte l’ex paparazzo aveva sbattuto i pugni sul banco degli imputati, commentando ad alta voce anche quando non interpellato, lamentando errori da parte della polizia e della Procura nell’inchiesta.
Il pm ha chiesto inoltre ai giudici di trasmettere gli atti alla Procura al termine del processo anche per una nuova ipotesi di reato: appropriazione indebita, in relazione al denaro che Corona avrebbe sottratto alla società Atena.
Per Francesca Persi invece sono stati chiesti due anni e quattro mesi.
“Fabrizio è un gran lavoratore e io e lui non abbiamo mai ammazzato nessuno, mentre c’è tanta gente che, a differenza nostra, i soldi li ha portati alle Cayman”: così Persi, storica collaboratrice e imputata con lui nel processo milanese, ha commentato le richieste di condanna per lei e per l’ex agente.