Operazione al cervello mentre il paziente suona

VEB

Arriva da Ferrara la notizia veramente incredibile di un’operazione al cervello davvero molto singolare, partendo dal presupposto che tra tutte le forme di neoplasie, il cancro al cervello è certamente tra i più subdoli perché molto spesso rimane asintomatico, cioè privo di sintomi evidenti, passando per la fase di incurabilità, i sintomi sono tutt’altro che specifici e soprattutto i rischi che tali sintomi siano confusi con altre patologie è davvero molto alto.

Quando si parla di tumore al cervello, ci si riferisce alla crescita di una massa anomala di cellule all’interno dell’encefalo. A provocare questa insolita formazione cellulare è una mutazione genetica del DNA.

In letteratura i tumori cerebrali hanno una prima grossolana suddivisione in primari (cioè originantisi nel cervello) e metastatici (con origine in altro organo del corpo).

Un tumore del cervello si manifesta, nel 70% dei casi circa, come un disturbo neurologico progressivo che peggiora nel tempo.

Può essere un disturbo motorio, in particolare un’ipostenia (diminuzione della forza), che rappresenta il disturbo più evidente al paziente o al parente. Oppure può essere presente anche un disturbo neurologico focale, per es. un’aprassia (incapacità di compiere movimenti finalizzati a uno scopo) o un’agnosia (incapacità a riconoscere oggetti, forme, suoni ecc.).

Se la malattia determina la comparsa di sintomi evidenti, solitamente l’iter diagnostico comincia dal medico di medicina generale, che decide se richiedere una visita specialistica neurologica, per ottenere una valutazione più approfondita, o direttamente programma degli accertamenti strumentali. Il Neurologo può sospettare un tumore del sistema nervoso centrale sulla base del tipo dei segni e dei sintomi che si presentano, della loro localizzazione, e della loro modificazione nel tempo.

La presenza di una neoplasia cerebrale può essere efficacemente rivelata attraverso la tomografia computerizzata (TC) o la risonanza magnetica nucleare (RMN). La RMN presenta una maggiore sensibilità rispetto alla TC nell’identificazione delle lesioni; tuttavia non può essere effettuata in pazienti portatori di pacemaker, di protesi incompatibili con il campo magnetico, di clips metalliche.

La PET (Tomografia ad Emissione di Positroni) invece fornisce informazioni di tipo fisiologico e valuta in maniera specifica il metabolismo cellulare, tipicamente aumentato nelle forme tumorali.

Seimila nuovi casi ogni anno in Italia e circa 4 mila decessi: sono questi i dati di questo tumore che continua ad essere, seppur raro rispetto ad altri, tra i più letali.

L’intervento chirurgico è il metodo più diffuso di cura. La neurochirurgia riduce la pressione esercitata dal tumore all’interno del cranio, diminuisce costantemente i sintomi, consente l’analisi istologica del tumore, indispensabile per pianificare una terapia specifica per quel tipo di tumore cerebrale.

E proprio di un intervento chirurgico per tumore cerebrale parliamo oggi, ma di un caso particolare e unico nel suo genere: il primo così concepito in Italia, all’ospedale S.Anna di Ferrara.

Il paziente (in settembre, ma si è appreso oggi) è stato operato da sveglio mentre suonava il clarinetto, in condizione vigile e collaborativa.

In caso di tumori cerebrali, ricordano i sanitari di Ferrara, l’obiettivo neurochirurgico è duplice: asportare quanta più massa possibile e ridurre al minimo i potenziali danni alle funzioni cerebrali provocati dalla chirurgia stessa.

Ferrara, straordinaria operazione al cervello mentre il paziente suona

Ferrara straordinaria operazione al cervello mentre il paziente suona

Il paziente aveva un tumore localizzato nell’area cerebrale sensitiva di destra, la stessa da cui deriva la percezione della sensibilità a mano e braccio di sinistra. Il paziente suona il clarinetto, strumento che richiede movimenti veloci, precisi e pressoché automatici delle dita (l’azione di un musicista è sempre determinata e modulata dalla percezione tattile delle componenti dello strumento, come ad esempio le corde per la chitarra, i tasti per il pianoforte, fori e chiavi per il clarinetto).

E così, su proposta del neurochirurgo Pasquale De Bonis e del direttore della Neurochirurgia, Michele Alessandro Cavallo, si è deciso di intervenire asportando la neoplasia mentre il paziente – la cui disponibilità è stata fondamentale – suonava il clarinetto. Stimolando nella fase operatoria specifiche zone cerebrali, sono stati evocati disturbi sensitivi complessi.

Questo ha consentito ai professionisti di procedere con “mappa e confini” evitando anche il minimo rischio di danni invalidanti. La risonanza magnetica post-operatoria ha mostrato l’ottimale asportazione del tumore.

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