Gelato, attenzione ai grassi saturi nella punta del cono

VEB

L’estate è arrivata e quale connubio migliore che rilassarsi al sole con un bel gelato tra le mani?

Secondo le statistiche più recenti,  il 94% degli italiani lo consuma in questa stagione e tra questi il 56% una volta a settimana mentre il 30% lo mangia praticamente tutti i giorni.

Il gelato è un vero e proprio  alimento, nel quale sono presenti il latte, le uova, la panna, il cacao, la frutta, fresca o secca, e dunque contiene i nutrienti che da questi ingredienti di base derivano: proteine, zuccheri, grassi, vitamine, minerali e persino fibra.

Il mercato presenta oggi un vasto ventaglio di scelte: dal gelato industriale a quello artigianale fino alla possibilità di poterlo fare in casa con piccoli elettrodomestici.

Se un bel gelato artigianale è sempre la scelta migliore, è indubbio che anche quelli preconfezionati sono molto utilizzati, per la comodità con cui possiamo tenerli a casa e gustarli in qualsiasi momento.

In commercio ci sono decine di tipologie diverse di stecchi e coppette, ma tra i più amati ci sono anche gli intramontabili coni.

C’è chi ama la panna in cima, chi la croccantezza del cono, ma in pochissimi riescono a dire no alla punta finale, quella dove c’è la cioccolata più dura, che si attende fin dal primo morso.

Eppure a quanto pare converrebbe fare a meno della parte più gustosa: secondo il professor Bert Weckhuysen, chimico dell’Università di Utrecht, infatti, quel tipo di cioccolato contiene una notevole quantità di grassi deleteri per l’organismo.

A essere maggiormente presenti, infatti, sono i grassi saturi, per intenderci quelli che si trovano nel burro e nel lardo, nei biscotti e nelle torte industriali, nella carne grassa e lavorata, nel formaggio e nella panna.

Il problema, stando a questa ricerca, sta nel punto di fusione del cioccolato.

Fin dalla scuola ci hanno insegnato che non tutti i grassi vanno demonizzati.  I grassi insaturi, come quelli presenti nell’olio extravergine di oliva, per esempio, fanno bene al nostro organismo ma sono formati da particolari catene che rendono il prodotto estremamente liquido anche se la temperatura ambiente non è elevata.

I tanto benefici grassi insaturi possono però essere magicamente trasformati in grassi solidi grazie a un piccolo trucco, ovvero utilizzando una reazione di catalisi. In questa vengono aggiunte due sostanze: il nichelio e l’idrogeno. Grazie ai composti catalizzatori il grasso così non si scioglierà più a temperatura ambiente.

L’esperto ha spiegato nel dettaglio le ragioni della sua crociata contro la punta dei coni in un approfondito video pubblicato su YouTube dall’ateneo dove lavora.

Nel filmato, rigorosamente in olandese, Weckhuysen suffraga la sua teoria con schemi, modelli di molecole e altre informazioni che fanno riflettere sui processi di produzione industriale.

E dopo aver spiegato come si passa a trasformare i grassi insaturi in saturi, l’esperto invita alla moderazione. Del resto numerose indagini scientifiche hanno trovato un’associazione tra acidi grassi saturi e colesterolo alto, a sua volta catalizzatore di patologie dell’apparato cardiovascolare.

Senza contare che i protagonisti dello studio dello scienziato sono i coni preconfezionati, quindi già ricchi di per sé, in generale, di zuccheri, conservanti e, magari, di olio di palma.

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