Che si amassero o meno i programmi che per anni ha ideato e prodotto per la televisione italiana, è indubbio che ne ha contribuito a fare la storia, ed è per questo che tutto il mondo dello spettacolo, nel giorno di Pasqua, si è stretta nel dolore dei suoi familiari, per l’addio a Gianni Boncompagni.
Nato ad Arezzo il 13 maggio 1932, è stato tra i grandi innovatori della radio e tv italiana con Renzo Arbore, autore e conduttore di storici successi radiofonici e televisivi, come “Bandiera gialla” e “Alto gradimento”, e poi autore e regista di “Pronto Raffaella?”, “Domenica In”, “Non è la Rai”, “Carramba”.
E’ morto a 84 anni, nella sua casa di Roma: “Dopo una lunga vita fortunata, circondato dalla famiglia e dagli amici se n’è andato papà, uomo dai molti talenti e padre indimenticabile”, hanno annunciato all’Ansa le figlie Claudia, Paola e Barbara.
Il nome di Boncompagni, tra centinaia di progetti che nella sua lunga carriera ha portato avanti, è legato inesorabilmente a “Non è la Rai”, il celebre programma televisivo di intrattenimento andato in onda su Mediaset all’inizio degli an ni ’90 che vide fare il suo debutto televisivo a tantissime soubrette e star del panorama italiano, da Ambra Angiolini a Laura Freddi.
Boncompagni non si è limitato solo alla televisione: ha infatti firmato hit musicali come “Ragazzo triste” di Patty Pravo e “Il mondo”, successo mondiale lanciato nel 1965 da Jimmy Fontana, nonché tutte le hit di Raffaella Carrà, da “Tuca tuca” a “Tanti auguri” a “A far l’amore comincia tu”.