Per la prima volta nel panorama della ricerca scientifica, è stato possibile manipolare la traiettoria dei fulmini nel cielo sfruttando la potenza di un laser avanzato. Tale rilevante avanzamento offre una luce di speranza nel prevenire danni e tragedie correlate a questi fenomeni naturali, quali incendi e perdite di vite umane.
In uno scenario dove un fulmine è stato deviato di circa 60 metri prima che raggiungesse il suo obiettivo naturale – un parafulmine – l’impiego di laser si presenta come una potenziale salvaguardia contro le insidie delle tempeste elettriche. Secondo dati pubblicati all’inizio dell’anno, l’uso di questa tecnologia potrebbe rappresentare un baluardo contro i rischi delle tempeste, che ogni anno causano la morte di circa 43 persone solo negli Stati Uniti, con un impatto economico notevole, stimato in circa un miliardo di dollari in spese assicurative per i proprietari di abitazioni negli USA.
Un team di scienziati ha trasportato un laser di ben 3 tonnellate sulla vetta del monte Säntis, in Svizzera, che si erge per 2.000 metri, al fine di testare questa nuova, entusiasmante tecnologia. Questo picco montuoso è stato scelto strategicamente per la presenza di una torre di comunicazione di 400 metri che, statisticamente, attira fulmini con una frequenza di almeno 100 eventi all’anno, offrendo così un laboratorio naturale per gli esperimenti.
Il concetto di utilizzo di laser come parafulmini non è recente e trova le sue origini negli anni ’70, come afferma Aurélien Houard, uno dei ricercatori coinvolti nel progetto e membro dell’Università svizzera EPFL Laboratoire d’Optique Appliquee. La novità sta nella velocità del laser utilizzato, che opera con una rapidità superiore di ben 100 volte rispetto alle tecnologie laser precedenti. Questo incremento di velocità si traduce in una probabilità 100 volte maggiore di “intercettare” i fulmini, come spiegato da Houard in un’intervista al Wall Street Journal.
In questo contesto di innovazione, l’applicazione futura di laser nel proteggere da eventi metereologici pericolosi non solo si apre a nuove possibilità nel campo della sicurezza e prevenzione, ma getta le basi per ulteriori ricerche e sviluppi nel controllo e gestione dei fenomeni atmosferici. Si traccia così un percorso inedito e stimolante che potrebbe portare in futuro a nuove strategie di difesa dalle imprevedibili e distruttive forze della natura.