HIV e Aids è allarme in Italia, contagi saliti in Lombardia

VEB

Ci sarebbe un vero e proprio allarme HIV e AIDS, secondo le ultime informazioni a portare la bandiera negativa sarebbe la Lombardia con circa il 20% in più dei contagi, un dato effettivamente allarmante che punta nuovamente il dito verso questa malattia che evidentemente ad oggi viene sottovalutata o comunque messa in secondo piano, si tratta di percentuali che vanno studiate ed esaminate in modo molto approfondito, ma vediamo nel dettaglio:

Una trentina di anni fa cominciò a farsi largo lo spauracchio della malattia sconosciuta, contagiosa, trasmissibile soprattutto attraverso rapporti sessuali, l’AIDS.

Era un qualcosa di quasi completamente sconosciuto nelle società occidentali, e tantissime ricerche furono fatte per scovare le origini di questa malattia, anche al fine di trarre informazioni sufficienti per approntare una cura o un vaccino che contrastasse il mostro.

Il quale, oltre ad essere una brutta malattia, possedeva intrinsecamente un nuovo elemento di nocività psicologica, la supposta dubbia moralità di cui era portatore.

Vale a dire: se avete molti rapporti sessuali, specialmente al di fuori del matrimonio, vi assumete tutti i rischi del caso.

E specialmente gli omosessuali. Ora, non si è mai capito fino in fondo se gli omosessuali fossero più a rischio, tuttavia col passare degli anni il virus dell’HIV pareva essere stato circoscritto: i grandi contagi o le epidemie di massa, almeno nei Paesi occidentali, erano stati scongiurati.

Ma ora attenzione perché, almeno in Italia, i casi di Aids nell’ultimo anno sono aumentati, e sono aumentati considerevolmente in Lombardia, dove c’è stato un incremento del 20%.

Nella Regione al momento ci sono 20mila persone colpite da Aids, e circa 15mila di queste si trovano nella sola città di Milano. All’inizio del 2017 si sono registrati già quattrocento nuovi casi.

La Regione Lombardia ha diffuso dei dati in base ai quali la fascia di età più colpita è decisamente giovanile, e più precisamente quella riguardante i gay fra i 25 e i 29 anni.

In questa fascia di età l’aumento dei casi di malattia è stato addirittura del 40% nell’ultimo anno.

Ma il dato più allarmante è che, purtroppo, nonostante l’informazione sufficientemente diffusa e capillare, la mancanza di protezione nei rapporti sessuali è alla base dei contagi.

Non solo, pare che una buona parte dei malati di Aids sia restia ad affrontare un percorso adeguato di guarigione con le cure efficaci che nei giorni nostri sono disponibili per contrastare la malattia. In questa maniera, naturalmente, i malati mettono a rischio la propria vita e l’incolumità altrui.

Nel resto d’Italia, secondo quanto riferisce l’Istituto Superiore di Sanità, nel 2015 i nuovi casi di positività registrati sono 3.444.

Insomma, la situazione non è al momento delle migliori e, se non si corre ai ripari, c’è il rischio di una seria recrudescenza dell’infezione.

Perciò, come per tutte le malattie sessualmente trasmissibili,  anche per l’AIDS le parole d’ordine restano sempre “informazione” e “prevenzione”.

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