I lupi mutanti di Chernobyl resistono al cancro

VEB

Recenti studi hanno rivelato che i lupi grigi erranti nelle zone desolate di Chernobyl hanno sviluppato adattamenti genetici che potrebbero incrementare la loro resistenza al cancro.

I lupi mutanti di Chernobyl resistono al cancro
Foto@Pixabay

Questa scoperta emerge in seguito ad approfondite ricerche condotte su questi animali, che abitano l’area colpita dal disastro nucleare del 1986. L’abbandono di questa zona ha portato a un incremento significativo della popolazione dei lupi, stimato in un aumento di sette volte rispetto ad altre aree dell’Ucraina.

Gli studi, che includono anche l’analisi di altri animali selvatici e dei discendenti dei cani domestici lasciati nell’area al momento dell’evacuazione, suggeriscono che le radiazioni potrebbero avere migliorato la capacità degli animali di combattere il cancro, anche a distanza di 35 anni dalla catastrofe.

Cara Love, una biologa evoluzionista dell’Università di Princeton che studia i lupi da oltre un decennio, ha scoperto che questi presentano un sistema immunitario modificato, sorprendentemente simile a quello dei pazienti oncologici in trattamento radioterapico. I risultati delle sue ricerche sono stati presentati durante un convegno di biologia a Seattle, Washington, evidenziando come i lupi di Chernobyl continuino a prosperare nonostante l’esposizione prolungata alle radiazioni e l’accumulo di particelle radioattive nei loro organismi.

Nonostante le radiazioni rilasciate dall’incidente siano di tipo cancerogeno, gli studi di Love indicano che i lupi mostrano una notevole resistenza al rischio accresciuto di cancro. Nel 2014, lei e il suo team hanno effettuato viaggi nella zona di esclusione di Chernobyl per raccogliere campioni di sangue dalla fauna locale, utilizzando collari GPS per monitorare i movimenti degli animali e valutare la loro esposizione alle radiazioni. Dai loro studi è emerso che i lupi grigi erano soggetti a livelli di radiazioni ben sei volte superiori al limite considerato sicuro per l’uomo.

Queste ricerche hanno permesso di individuare specifiche regioni del genoma lupino che potrebbero conferire una maggiore resistenza al cancro. Tuttavia, la pandemia globale e i conflitti nella regione hanno ostacolato ulteriori ricerche sul campo. L’invasione russa dell’Ucraina ha inoltre aggiunto ulteriori rischi per i ricercatori coinvolti.

Il DNA degli animali della zona di esclusione nucleare ha suscitato grande interesse nella comunità scientifica internazionale. Elaine Ostrander, genetista presso il National Human Genome Research Institute, ha sottolineato il potenziale di questi studi nell’offrire nuove strategie per la prevenzione del cancro negli esseri umani e per la protezione degli astronauti nello spazio.

Durante un’intervista con il Daily Telegraph, ha evidenziato l’importanza di individuare le differenze genetiche che permettono a certe popolazioni animali di sopravvivere in condizioni estreme, con l’obiettivo di applicare queste conoscenze per migliorare la resistenza umana a malattie come il cancro.

Fonte@DailyStar

Next Post

In Russia va di moda il caffè con il latte materno

Un locale a Perm, in Russia, ha destato scalpore annunciando l’aggiunta di un insolito ingrediente al proprio menù: latte materno per la preparazione di bevande a base di caffè. La notizia, diffusa dalla catena di caffetterie Coffee Smile, ha rapidamente catturato l’attenzione online, suscitando dibattiti e curiosità. L’idea ha preso […]
In Russia va di moda il caffe con il latte materno