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I rotoli del Mar Morto decifrati dall’Intelligenza Artificiale

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L’intelligenza artificiale continua a sorprendere per le sue applicazioni in ambiti inaspettati. Uno degli ultimi traguardi riguarda la datazione dei Rotoli del Mar Morto, antichi manoscritti scoperti nelle grotte di Qumran negli anni ’40, che oggi si rivelano ancora più antichi grazie a una nuova metodologia digitale. Lo studio, pubblicato sulla rivista PLOS ONE (fonte), ha aperto scenari affascinanti sulla composizione dei testi biblici e sul contesto storico della loro produzione.

I rotoli del Mar Morto decifrati da ntelligenza Artificiale

Un’analisi più precisa grazie all’AI

I ricercatori dell’Università di Groninga, guidati dal dott. Mladen Popovic, hanno sviluppato un algoritmo di intelligenza artificiale chiamato Enoch. Questo software è stato addestrato per riconoscere e classificare la scrittura a mano nei testi antichi, partendo da documenti databili con certezza.

Grazie a questa tecnologia, sono stati analizzati 135 Rotoli del Mar Morto, tra cui frammenti significativi dei Libri di Daniele ed Ecclesiaste, due testi cardine della tradizione biblica. Il risultato? Alcuni rotoli risalgono addirittura alla fine del IV secolo a.C., anticipando di almeno un secolo le precedenti stime convenzionali. Come riporta anche IFLScience (fonte), si tratta di una scoperta in grado di riscrivere importanti capitoli della storia religiosa e culturale del Mediterraneo antico.


Implicazioni storiche e religiose

Questa scoperta ha implicazioni profonde. Se i nuovi dati sono corretti, è possibile che alcuni rotoli siano coevi ai loro autori: un dettaglio che potrebbe confermare che alcune porzioni della Bibbia furono scritte mentre i personaggi biblici erano ancora in vita. Questo rafforzerebbe l’autenticità e la rilevanza storica dei testi sacri ebraici.

Inoltre, la datazione aggiornata cambia la percezione delle dinamiche politiche e culturali del tempo, come l’influenza degli Asmonei in Giudea, e l’interazione tra i grandi imperi ellenistici come i Tolemei e i Seleucidi. Secondo Popovic, l’AI ha il potenziale per diventare un alleato indispensabile per la paleografia e la filologia, offrendo strumenti di analisi più oggettivi e precisi di quanto possibile con il solo occhio umano.


Un futuro digitale per lo studio dei testi antichi

Questa innovazione si inserisce in una tendenza più ampia che vede l’intelligenza artificiale al servizio delle scienze umanistiche. Oltre alla datazione, tecnologie simili vengono utilizzate per ricostruire testi danneggiati, come nel caso del Progetto Vesuvius Challenge che utilizza la tomografia AI per leggere rotoli carbonizzati di Ercolano (Nature).

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