IgNobel, vincono anche le ricerche assurde Made in Italy

VEB

Il premio IgNobel 2017 assegnato a dieci ricercatori autori di ricerche “strane, divertenti, e perfino assurde”, va anche a un’equipe di ricercatori della Sapienza Università di Roma, dell’Istituto Superiore di Sanità e di altri istituti di ricerca italiani.

Il premio IgNobel assegnato ogni anno dalla rivista Annals of Improbable Research, giunto alla sua ventisettesima edizione, si è svolto nel Sanders Theatre della Harvard University, Massachusetts.

Si tratta d un premio particolare che si assegna a ricerche improbabili che “prima fanno ridere e poi danno da pensare”.

D’altra parte il nome stesso “IgNobel” fa pensare a un riconoscimento semiserio, infatti, si tratta di un gioco di parole tra “premio Nobel” e “ignobile”.

Si legge su Wikipedia che lo scopo dichiarato del riconoscimento è “premiare l’insolito, l’immaginifico, e stimolare l’interesse del pubblico generale alla scienza, alla medicina, e alla tecnologia”. I vincitori sono selezionati in base ad articoli pubblicati anche su riviste scientifiche autorevoli.

Tra i vincitori di quest’anno, che sono arrivati il Massachussets a proprie spese come sottolineano gli organizzatori, ci sono anche Matteo Martini, Ilaria Bufalari, Maria Antonietta Stazi e Salvatore Maria Aglioti, della Sapienza Università di Roma, dell’Istituto Superiore di Sanità e di altri istituti di ricerca.

L’equipe ha dimostrato come molti gemelli identici non riescono a distinguersi visivamente gli uni dagli altri. O almeno non ci riescono quando guardano molto velocemente una loro fotografia. Al team italiano è andato Il Premio IgNobel per la cognizione.

Fra gli altri premiati un’équipe di medici coordinata da Milo Puhan. Questa equipe ha vinto l’IgNobel per la Pace domestica.

Si tratta di uno studio per la pace (domestica) pubblicato nel 2005 che ha testato su 25 pazienti over18 la teoria secondo la quale suonare il digeridoo è un’ottima terapia per la sindrome da apnea notturna e il russamento.

E i dati hanno dimostrato che lo è davvero. Bisogna solo risolvere il problema di dove disporre lo strumento in camera da letto. Probabilmente la soluzione di questo problema avrà l’IgNobel 2018.

L’IgNobel per l’economia è andato a una ricerca pubblicata nel 2010 da Matthew J. Rockloff e Nancy Greer. Una ricerca davvero bizzarra il cui valore “assurdo” è stato riconosciuto con bene sette anni di ritardo. Quando giocate d’azzardo dovrete tenere in mano un coccodrillo vivo. Avete capito bene.

Se la sensazione che vi dà è positiva, la vostra voglia di giocare si intensificherà. Se invece vi fa paura, alzatevi dal tavolo da gioco. I sorprendenti risultati della ricerca dicono: “Non sorridete a un coccodrillo: scommettere alle slot machine è intensificato dall’eccitazione indotta dai rettili”.

Un altro premio degno di nota è l’IgNobel per l’Anatomia andato a uno studio che ha affrontato il tema: perché gli anziani hanno le orecchie grandi.

Una domanda che il medico James A. Heathcote si pose ben 22 anni fa. Così comincio una ricerca condotta su 206 pazienti di età compresa tra 53 e 75 anni.

I risultati? Esiste una correlazione lineare tra età e dimensione delle orecchie, che crescono in media di 0,22 millimetri ogni anno.

Nello scritto di Heathcote, pubblicato tra l’altro sul blasonato British Medical Journal, si legge “Il motivo per cui le orecchie dovrebbero crescere mentre il resto del corpo smette di farlo”, “non trova risposte in questa ricerca”.

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