Il Portale per gli inferi si trova a Gerusalemme

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Gli studiosi hanno recentemente fatto una scoperta significativa riguardante un’antica grotta situata a Gerusalemme, la quale sembra essere stata considerata un “portale per gli inferi” durante l’epoca romana, utilizzato per comunicare con i defunti.

Il Portale per gli inferi si trova a Gerusalemme
Foto@Pixabay

Conosciuta come la grotta di Te’omim, questa caverna sulle colline occidentali della città è stata oggetto di studio da parte degli archeologi per oltre 150 anni.

Durante questo lungo periodo di ricerca, gli scienziati hanno notato che l’acqua sorgiva che scorreva attraverso la grotta possedeva supposte proprietà curative, e ciò era stato riscontrato nel periodo che va dal 4000 a.C. al IV secolo d.C.

Tuttavia, nuove scoperte all’interno della grotta hanno dato una svolta alla comprensione del suo utilizzo passato. Tre teschi umani insieme a oltre 100 lampade in ceramica sono stati trovati nelle fessure e negli angoli della caverna, aprendo nuove teorie riguardo al suo scopo originale.

Due archeologi, Eitan Klein dell’Autorità israeliana per le antichità dell’Ashkelon Academic College e Boaz Zissu della Bar-Ilan University, hanno recentemente pubblicato una teoria su Harvard Theological Review, suggerendo che questi oggetti fossero impiegati per evocare gli spiriti dei defunti. Affermano che la grotta di Te’omim sembra avere tutte le caratteristiche sia fisiche che rituali per agire come un possibile “portale per gli inferi.”

I ricercatori hanno inoltre scoperto una serie di passaggi segreti all’interno della grotta negli anni ’70, che conducevano a camere nascoste. In queste fessure sono stati trovati oggetti come monete, ceramiche, armi in metallo e, appunto, le lampade e i teschi. Gli scritti dell’era romana suggeriscono che le fiamme tremolanti all’interno delle lampade venivano considerate un modo per comunicare con demoni e spiriti dell’aldilà. I teschi, invece, erano associati alla pratica della stregoneria in quel periodo, e si credeva che le armi aiutassero a combattere gli spiriti maligni.

Per recuperare gli oggetti, in particolare i teschi, gli archeologi hanno dovuto utilizzare lunghi pali uncinati, poiché erano nascosti in profondità nella grotta. È interessante notare che le grotte erano considerate luoghi di importanza cruciale per le pratiche idolatriche, non solo dai leader religiosi ebrei, ma anche dai praticanti di arti oscure nei tempi antichi.

Testimonianze di tradizioni orali ebraiche indicano addirittura un episodio in cui ben 80 donne che lavoravano in una grotta a sud di Tel Aviv furono impiccate per il loro coinvolgimento nella stregoneria segreta.

Gli archeologi sottolineano che, nonostante l’associazione dei teschi con la stregoneria e la negromanzia, i rituali che coinvolgevano teschi umani sono raramente menzionati nelle fonti classiche, lasciando spazio a nuove interpretazioni e scoperte sulla funzione di queste grotte misteriose.

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