Infertilità maschile e inquinamento c’è correlazione

VEB

In passato le problematiche legate ad una coppia che non riusciva a procreare, erano sempre legate alla donna come per una sorta di “partito preso” o di “leggenda metropolitana”, oggi la scienza ovviamente ha diviso in modo equo le problematiche tra uomo e donna, negli ultimi anni gli studi hanno dimostrato che fino al 50% degli uomini può avere una ridotta capacità riproduttiva, lo confermano hanno le analisi seminali dagli anni 60 ad oggi.

Generalmente, si può distinguere tra infertilità maschile primaria, quando l’uomo non ha mai fecondato alcuna donna, e infertilità maschile secondaria, quando l’uomo ha già fecondato una donna (partner attuale o precedente). In questo secondo caso, normalmente le chance di recuperare la fertilità sono maggiori rispetto all’infertilità primaria.

L’esame di laboratorio che verifica lo stato di salute del liquido seminale è lo spermiogramma che valuta il numero, la mobilità e la forma degli spermatozoi. Se il numero degli spermatozoi è inferiore ai 15 milioni per ml, o se il numero di spermatozoi dotati di motilità progressiva è inferiore al 32% del totale, o se una percentuale di spermatozoi inferiore al 4% del totale ha una forma alterata, allora ci si orienta verso un disturbo della fertilità maschile.

In Italia la situazione è particolarmente delicata: nonostante negli ultimi anni gli uomini abbiano preso maggior coscienza del loro ruolo primario nelle difficoltà legate al concepimento, la quasi totalità (90%) non fa prevenzione e non consulta l’andrologo preventivamente, dato oltremodo allarmante tenendo conto che la maggior parte dei casi di infertilità  maschile hanno origine da patologie uro-genitali, che in diversi casi si possono prevenire o curare. Per di più, il 50% degli uomini italiani non si sottopone a visita andrologica nemmeno a seguito di una diagnosi di infertilità.

Per quanto riguarda le cause, queste possono essere pre-testicolari, quando ad esempio coinvolgono l’equilibrio ormonale, o testicolari. In questo secondo gruppo di cause rientra il varicocele, ovvero la presenza di varici nel testicolo che, per la stasi di sangue che determinano, fanno aumentare la temperatura locale, condizionando negativamente la produzione e la maturazione degli spermatozoi.

Infertilità maschile, la causa principale inquinamento

Infertilita maschile la causa principale inquinamento

Purtroppo contano molto anche i fattori tossici ambientali: l’inquinamento dell’aria e dell’acqua e i pesticidi sono tra le principali cause.

Addirittura l’inquinamento è la prima causa di infertilità negli uomini. Secondo i dati in possesso dei ricercatori, il numero degli spermatozoi presenti nel liquido seminale, negli ultimi 30 anni, si è dimezzato: questo pericoloso trend, “destinato a peggiorare ulteriormente”, è nel 60% dei casi causato dall’esposizione ad agenti inquinanti, soprattutto alle polveri sottili.

«Alcuni ambienti particolarmente sottoposti a inquinanti, come l’area di Pescia (Pistoia), dove sono presenti strutture che fanno uso di concimi e fertilizzanti, possono mettere a rischio la fertilità maschile – sottolinea il prof. Luca Mencaglia, medico specialista in ginecologia e ostetricia e direttore dell’unità operativa complessa centro Pma dell’Asl Sud-Est Toscana – Qui è stato riscontrato che gli uomini hanno seri problemi legati alla fertilità».

A costituire una seria minaccia per la fertilità maschile figura anche l’esposizione a fonti di calore o radiazioni: a questo riguardo, le professioni più a rischio sono quella dell’operaio e del cuoco. Tra le cause di infertilità per ciò che concerne le donne, l’abuso o un uso poco attento di alcuni farmaci, come ad esempio l’ibuprofene.

Delle cause dell’infertilità si parlerà al primo congresso nazionale sulla procreazione medicalmente assistita, in programma il 23 e 24 febbraio prossimi a Firenze.

Il congresso è organizzato dal Prof. Luca Mencaglia, Medico Specialista in Ginecologia e Ostetricia e Direttore Unità Operativa Complessa Centro PMA USL sud-est Toscana e Presidente della Fondazione PMA.Italia.  Tra i focus in programma, le regole italiane ed europee per la donazione di gameti e la diagnosi genetica preimpianto.

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