Isaac Newton, universalmente noto per aver delineato i principi della forza di gravità, fu in realtà anche un appassionato studioso di testi sacri e profezie religiose. Nel corso della sua vita, redasse numerosi scritti su temi teologici e scientifici, accomunati dal desiderio di comprendere la “verità divina” in un periodo storico in cui scienza e religione non erano ancora fortemente separate come oggi.

Secondo una recente riscoperta, Newton avrebbe eseguito un calcolo basato sulle Sacre Scritture per individuare il momento in cui sarebbe giunto il Giorno del Giudizio e la Seconda Venuta di Gesù Cristo. Questo momento avrebbe sancito la fine del “ciclo attuale” e l’inizio di una nuova era di pace millenaria, dopo il giudizio delle anime.
Il calcolo: dall’anno 800 al 2060
Newton fissò l’inizio del ciclo nell’anno 800 d.C., quando Roma e Bisanzio interruppero i loro rapporti culminando nel Grande Scisma (formalizzato poi nel 1054). Da quel momento, secondo lo scienziato, l’umanità si sarebbe progressivamente allontanata dalla chiesa, imboccando una strada sempre più empia nell’arco di 1260 anni.
La somma di queste due date (800 + 1260) conduce al 2060, data in cui — stando alla previsione di Newton — avrebbe luogo la fine dell’epoca attuale e l’inizio di un nuovo ordine mondiale, segnato dalla seconda venuta del Cristo e dal giudizio delle anime.
L’eredità di un genio senza tempo
Il “calcolo segreto” di Newton, sebbene possa suscitare scetticismo o curiosità, dimostra quanto il grande scienziato fosse affascinato dai misteri della fede oltre che dai princìpi della fisica.
Le sue opere, per quanto siano nate in un contesto storico di profonda commistione tra religione e ricerca scientifica, continuano a incuriosire gli studiosi moderni e ad alimentare il dibattito su temi che combinano scienza, spiritualità e futuro dell’umanità.