Abbiamo spesso sentito parlare del déjà vu, quella sensazione familiare di aver già vissuto un’esperienza presente, ma c’è un fenomeno meno noto e altrettanto intrigante: il jamais vu.
Mentre il déjà vu fa emergere un senso di familiarità in situazioni nuove, il jamais vu è l’opposto. Si tratta di una sorta di “bug” del cervello, che porta una persona a percepire come estranee situazioni, luoghi o persone ben conosciute. Ad esempio, potresti trovarti a parlare con un amico in un ambiente familiare e, improvvisamente, tutto ciò che ti circonda sembra estraneo, come se fosse la prima volta che lo vivi.
Nonostante il termine jamais vu non sia una classificazione scientifica ufficiale, descrive efficacemente un’esperienza che molte persone hanno vissuto almeno una volta nella vita. È una sensazione così forte e surreale che persiste anche quando la parte razionale della mente cerca di rassicurarti sulla sua normalità, portando persino a dubitare della propria lucidità mentale in quel momento.
Secondo gli esperti, circa il 60% della popolazione mondiale ha sperimentato il jamais vu almeno una volta. Le spiegazioni scientifiche variano: alcuni ritengono che possa essere legato a forme leggere di amnesia, altri lo associano a episodi epilettici. Tuttavia, una delle ipotesi più curiose riguarda uno studio condotto nel 2006 dallo psicologo britannico Chris Moulin.
Durante un congresso sulla memoria, Moulin sottopose 92 partecipanti a un esperimento: dovevano scrivere la parola “porta” 30 volte in un minuto. Alla fine dell’esercizio, il 70% dei soggetti riferì che la parola aveva perso il suo significato, diventando una sorta di entità sconosciuta.
La teoria di Moulin suggerisce che ripetere troppo spesso una parola o un’azione provochi un sovraccarico cognitivo, inducendo la mente a “staccarsi” temporaneamente da quell’elemento. Di conseguenza, anche ciò che è noto può improvvisamente apparire estraneo, come accade nel jamais vu, una sorta di “déjà vu al contrario”.
In sintesi, questo fenomeno rappresenta un errore percettivo in cui la nostra mente, anche se conscia della realtà, rifiuta temporaneamente di riconoscere ciò che ci è familiare. È simile a quando non riusciamo a ricordare una parola che abbiamo “sulla punta della lingua”: sappiamo di conoscerla, ma per qualche motivo, il nostro cervello ci nega l’accesso.