In queste settimane siamo stati costretti a dire addio ad alcuni dei maggiori interpreti della musica e dello spettacolo, amati e celebrati in tutto il mondo, ma in questi giorni cade anche un particolare anniversario, il 45esimo per l’esattezza, della scomparsa di un altro artista indimenticabile e indimenticato.
Il 3 luglio 1971 a Parigi un arresto cardiaco stronca la vita di Jim Morrison secondo i referti medici ufficiali, anche se tuttavia la morte del cantautore e poeta statunitense resta ancora oggi avvolta dal mistero e nel corso degli anni sono state fatte innumerevoli congetture.
All’anagrafe James Douglas Morrison, Jim nacque a Melbourne l’8 dicembre 1943 da un ufficiale della marina e da una casalinga: cantante, poeta, film-maker, è considerato soprattutto una leggenda della musica.
Nel 1964 iniziò a studiare cinematografia alla UCLA, l’Università della California di Los Angeles, e qui conobbe Ray Manzarek, che nel 1965 propose a Morrison di formare un gruppo. Fu l’atto di nascita della band The Doors. Il nome fu tratto da un verso di “The Marriage of Heaven and Hell”, componimento del poeta inglese William Blake, che anche Aldous Huxley cita nel suo saggio sugli effetti della mescalina intitolato “The Doors of Perception”.
Con l’uscita del primo album del gruppo, uno dei migliori esordi della storia del rock, Jim Morrison divenne un’icona per milioni di fan, un avvincente ribelle, mentre per l’America ben pensante divenne una sorta di pericolo pubblico. Proprio a causa dei suoi inviti alla trasgressione l’FBI aprì un dossier su di lui.
La tomba è al cimitero degli artisti, il Pere Lachaise di Parigi, città dove Morrison si trovava per un periodo di disintossicazione dagli abusi, dal rock e dalla celebrità. Aveva soli 27 anni.