Legge 81 2017: Covid-19 e smart working

VEB

La legge 81 2017 (art. 18-24) va a disciplinare il lavoro agile in Italia. Tale norma lo inserisce in una cornice e ne fornisce le basi legali per la sua applicazione anche nel settore pubblico.

Legge 81 2017 e Covid-19

Con l’avvento della pandemia da Covid-19 tale aspetto è diventato sempre più importante e strategico. Al punto che ormai è considerato la “nuova normalità”. La legge 81 2017 è quindi tornata molto alla ribalta ed a riguardo facciamo riferimento all’articolo presente sul blog del sito sicurya.net.

Legge 81 2017 Covid-19 e smart working

Si tratta di una società specializzata in materia di consulenza sulla sicurezza sul lavoro che offre un set di servizi completi. Lo smart working offre diverse interessanti peculiarità. Tra queste ad esempio la flessibilità e l’autonomia. Ma anche una responsabilizzazione ed un orientamento ai risultati amplificato.

Da questa pandemia si comprende come il lavoro “agile” può essere applicato con grandi vantaggi non solo all’interno delle aziende. Bensì anche nella pubblica amministrazione.

A riguardo infatti questo nuovo modo di lavorare è letteralmente esploso a partire dal marzo scorso. Proprio cioè in concomitanza con l’emergenza legata alla pandemia da Covid-19. Vediamo allora meglio di cosa stiamo parlando.

Cos’è lo Smart Working

Si tratta sostanzialmente di una vera e propria rivoluzione culturale e organizzativa portata avanti con la legge 81 2017. Rivoluzione perché vengono completamente riviste le abitudini ormai consolidate in ambito lavorativo. L’obiettivo è quello di basarsi su una cultura orientata ai risultati e su una valutazione legata alle reali performance.

In buona sostanza non vi è più uno stretto controllo relativo ad esempio all’orario di lavoro o alla modalità organizzativa portata avanti dal lavoratore. Il focus è tutto concentrato sull’obiettivo che viene concordato tra l’azienda ed il lavoratore.

Si comprende bene dunque come la portata di questa novità sia colossale. In un mondo che cambia con grande velocità riuscire a scardinare anche alcuni “tabù” legati al mondo del lavoro è molto importante e può portare molti benefici.

Le differenze col telelavoro nella legge 81 2017

E’ bene tenere presente una cosa e cioè che lo smart working non è equiparabile al telelavoro. Spesso infatti si tende ancora a fare confusione tra queste due modalità lavorative. Le differenze però sono sostanziali.

Ormai dalle prime norme che prevedevano la possibilità di lavoro a distanza sono passati più di 20 anni. Nello specifico per telelavoro si intende una forma di lavoro svolto a distanza. Cioè sì al di fuori dell’azienda nonché degli altri luoghi in cui di solito è svolta l’attività lavorativa. Tuttavia, però al contempo, a questo tipo di organizzazione del lavoro si applicano una serie di condizioni preimpostate.

Vengono infatti stabilite linee guida sull’uso della postazione. Oppure sul modo di connessione e di autenticazione ai sistemi aziendali. Infatti un altro presupposto del telelavoro è la connessione ai sistemi aziendali.

In estrema sintesi, possiamo dire che quando parliamo di telelavoro possiamo pensare di fatto di trasferire del posto di lavoro, tipicamente previsto in azienda, in una sede diversa. Tuttavia però con questa modalità organizzativa il lavoratore resta comunque vincolato a prestare la propria attività in una postazione fissa e già prestabilita.

Dunque si ripropongono, seppur ridotti, i medesimi limiti del lavoro tradizionale. Ad esempio quelli legati all’orario o allo svolgimento di certe attività.

Con la legge 81 2017 al contrario invece questo paradigma viene stravolto. Infatti parte del lavoro viene svolta in azienda e parte all’esterno. Però, in questo caso, quando parliamo di una postazione esterna in cui portare avanti l’attività lavorativa non lo facciamo con la stessa ottica del telelavoro. Infatti in questo caso non vi è nulla di già fissato.

Di conseguenza non ci sono vincoli né di spazio né, tantomeno, di tempo. L’unico vincolo sono i limiti di durata massima dell’orario di lavoro.

Si può lavorare dunque da qualsiasi luogo. Non si timbra nessun cartellino e non si fanno pause in orari predefiniti. L’azienda e il lavoratore ridefiniscono in maniera flessibile le modalità di lavoro. Quello su cui ci si focalizza è il raggiungimento di obiettivi e dei risultati concordati.

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