Marina Ripa di Meana, una terribile reazione allergica ha rischiato di ucciderla

VEB

Sempre abituati a vederla in perfetta forma, curata e perfettamente abbigliata nonostante l’età non proprio più giovanissima, l’ospitata di ieri di Marina Ripa di Meana ha letteralmente sconvolto i fans di Pomeriggio 5, che hanno visto la donna provata nel corpo e nello spirito.

Ospite da Barbara D’Urso, la donna ha il volto coperto da una maschera e racconta  di un terribile episodio avvenuto il 13 aprile.

Marina combatte contro il cancro da molti anni ormai. Sono state le terapie a cui si è sottoposta negli anni a salvarle la vita. L’ultima, però, le ha scatenato una reazione allergica: uno choc anafilattico in seguito al quale la Ripa di Meana ha creduto di morire.

Così Marina Ripa di Meana si è presentata dalla D’Urso per raccontare la sua storia.

Il racconto è partito da foto mostra Marina Ripa di Meana con il viso e il corpo ricoperto da chiazze rosse. Il volto, poi, è molto gonfio, tanto che la donna appare irriconoscibile.

“Sono 29 anni che combatto contro il cancro – spiega -. Mi hanno tolto un rene e poi ho dovuto ricominciare le chemio e le terapie. È una battaglia molto difficile. L’ultima terapia mi ha fatto svegliare una mattina in quello stato. Mi sono precipitata all’ospedale dove sono in cura. Per 10 giorni mi hanno sottoposto a varie terapie. Adesso sto meglio, ma la sera divento rossa come se fossi abbronzata. Ti ho chiesto di poter raccontare questa storia, Barbara, perché voglio dimostrare alle persone che la scienza sta andando avanti. Ne sono la prova vivente: combatto da 16 anni. È vero che l’altro giorno, quando mi sono scattata quella foto, pensavo di morire. Ho avuto uno choc anafilattico, mi si è chiusa la gola”.

La donna quindi lancia un appello, per evitare che, nei momenti di disperazione, si cada in mano ai ciarlatani: “In sedici anni ho avuto momenti brutti, ma la chemioterapia bisogna farla. Non credete alle terapie alternative. Io vado avanti con le cure classiche che mi danno speranza, non con i palliativi e i ciarlatani. Ho chiesto ai medici se esiste un modo per scongiurare una reazione allergica di questo tipo. Mi hanno detto di no, ma ciò non vuol dire che non bisogna curarsi. Ho avuto questa manifestazione così cruenta dopo 10 giorni di terapia. Se hai un buon medico, ci si rende conto in tempo dell’errore e si cambia terapia. Voglio solo dire a tutti che il cancro va combattuto, io sono ancora qua”.

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