Renzo Arbore racconta commosso la sua Mariangela

VEB

Un amore che supera tutti gli ostacoli, senza confini e senza tempo, che supera persino la morte quello tra Renzo Arbore e la sua Mariangela: lo si percepisce chiaramente dalle parole commosse dell’attore, che ricorda la sua compagna e non vede l’ora di riabbracciarla, quando dall’altra parte di rincontreranno, ricominciando la loro vita assieme da dove l’hanno interrotta qui.

Rai Cultura ha scelto di celebrare Mariangela Melato – scomparsa a Roma nel gennaio del 2013 a 71 anni – con il programma in tre puntate “Mariangela!”, firmato da Fabrizio Corallo e condotto da Lella Costa, in onda da mercoledì 10 maggio alle 21.10 su Rai Storia.

Un viaggio tra cinema, teatro, televisione e vita quotidiana di una donna che ha segnato profondamente la scena artistica italiana, ma soprattutto una donna che ha rapito il cuore del suo Enzo, che l’ha ricordata con parole dolcissime.

Arbore non sa impedire alla voce di tremare mentre riassume i tredici anni d’amore in realtà quasi quaranta – fra lui e Mariangela Melato. Assieme all’amico Gianni Boncompagni e Raffaella Carrà, lui e la Melato erano la coppia smart della fine anni ’70; «un quartetto giovane, bello (le ragazze, non noi) divertente, creativo».

«Eravamo come due anime sintonizzate sulla stessa lunghezza d’onda», dice, 42 anni dopo. Quando lei è morta di tumore maligno e insieme, poche ore prima, hanno cantato una canzone buffa «Americano non posso cantar». Lei invasa di tubi e cateteri, la testa sempre più piccola sul cuscino d’ospedale sempre più grande.

“Era la più grande attrice italiana, non lo dico io ma Giancarlo Giannini. Veniva da una famiglia umile – racconta Arbore – ma ha sempre studiato tantissimo per migliorarsi. Non parlava mai male di nessuno e nessuno parlava male di lei. Non provava mai invidia e sapeva apprezzare anche il talento di artisti umili purché fossero veri”, racconta ancora Renzo che lancia un appello a nome della Fondazione Mariangela Melato affinché il teatro Valle in cui, già malata, portò in scena il monologo ‘Il dolore’, venga intitolato alla sua memoria.

“Avevamo una sintonia perfetta. Mai una lite, mai una parola fuori posto”, aggiunge e, ricordando la bellissima storia d’amore giovanile, ripresa negli ultimi anni di vita.

Cosa non vedremo in queste tre puntate a lei dedicate? «Non si vedrà tanto la Mariangela donna, anzi grande donna. Non si vedrà nell’intimità della casa oppure nelle serate con gli amici dove lei era canterina più che mai, dove si trasformava nell’animatrice di tanti giochi. Si vedrà poco la sua grande generosità e il fatto che si innamorava dei ruoli più umili».

Poi Arbore si abbandona a un ultimo ricordo: «Ballava come una nera, in modo moderno, come se fosse stata a New Orleans. Aveva uno swing tutto suo. Era Mariangela Melato».

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