Medicina e robot, in due giorni al Careggi di Firenze 7 interventi al rene

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Medicina e robot, al Careggi di Firenze in due giorni sono stati eseguiti ben 7 interventi al rene.

Il trionfo della scienza medica è ben rappresentato dai risultati ottenuti con la chirurgia robotica negli ultimi anni.

Certo, siamo solo agli inizi, ma non c’è dubbio che l’applicazione dell’informatica e della robotica al campo della medicina, rappresenta il futuro.

Con la telemedicina, in particolare, sta prendendo corpo l’idea di operare le persone a distanza. Poter collegare in tempo reale, o quasi, una sala operatoria che si trova in India a un’equipe medica specializzata che si trova in California, per poi intervenire su un paziente con grande precisione, vuol dire che sono stati fatti passi da gigante.

Se poi a operare è un robot stesso che viene affiancato all’uomo, vuol dire che si sta rivoluzionando il mondo della scienza medica, con enormi prospettive per la salute dell’uomo.

L’ospedale di Careggi a Firenze ha dimostrato di essere all’avanguardia proprio su queste tematiche. Al suo interno, in poco più di due giorni, sono stati eseguiti sette interventi chirurgici in chirurgia robotica: si tratta di altrettanti trapianti di rene.

I trapianti sono stati eseguiti sotto la direzione del professor Sergio Serni e del professor Marco Carini, del settore urologia.

La Regione Toscana, attraverso il suo Assessore alla Salute Stefania Saccardi, ha avuto modo di esprimere tutta la sua soddisfazione: “Appena pochi giorni fa avevo commentato positivamente gli interventi di trapianto in chirurgia robotica eseguiti a Careggi. Ora l’elenco di questi interventi si è allungato. Non posso che esprimere la mia soddisfazione per questi enormi progressi resi possibili dalla chirurgia robotica, sulla quale la Toscana ha puntato molto”.

“I miei complimenti, ha proseguito l’Assessore, alle equipe che hanno eseguito gli interventi; e soprattutto il mio grazie ai familiari dei donatori, che hanno dato il consenso all’espianto degli organi dei loro congiunti, consentendo così ad altre persone di continuare a vivere”.

L’intervento col robot nell’impianto del rene al ricevente, consente, attraverso un grado di invasività minimo, di avere un’alta precisione e di ridurre al minimo i giorni di degenza, attraverso un’incisione di soli 6 centimetri, vale a dire circa un terzo di quelle tradizionali.

La metodica permette in questo modo di ridurre anche considerevolmente il rischio di infezioni chirurgiche, non rare nei pazienti trapiantati, i quali sovente sono pazienti diabetici e come tali sottoposti a terapia immunosoppressiva, e quindi particolarmente esposti a virus e batteri.

Non c’è che dire, complimenti davvero a tutta l’equipe medica del Careggi.

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