Uno dei monumenti più iconici di Parigi, l’Obelisco di Luxor situato in Place de la Concorde, si è rivelato custode di un nuovo segreto. A quasi due secoli dal suo arrivo nella capitale francese, un’inaspettata scoperta ha acceso l’interesse della comunità scientifica internazionale: un messaggio geroglifico nascosto inciso sulla sommità della stele, risalente a oltre 3.300 anni fa, è stato decifrato solo di recente da uno dei massimi esperti mondiali di scrittura egizia.

Un’iscrizione mai vista prima, svelata grazie al restauro
Durante i lavori di restauro avviati nel 2021, l’egittologo e crittologo geroglifico Jean-Guillaume Olette-Pelletier, docente presso l’Université Catholique de Paris, ha avuto la rara opportunità di esaminare da vicino la parte superiore dell’obelisco, normalmente invisibile dalla strada. È stato allora che ha individuato un insieme di geroglifici nascosti nella parte dorata a forma di piramide (la cosiddetta piramidion), grazie a un’osservazione ravvicinata resa possibile dai ponteggi.
Secondo Olette-Pelletier, l’iscrizione si distingue non solo per il suo contenuto ma per la tecnica adottata: una forma avanzata di crittografia geroglifica, comprensibile oggi solo da una manciata di studiosi. “I simboli erano stati progettati per essere letti in tre dimensioni e da un’angolazione molto specifica, proprio come se fossero parte di un enigma visivo pensato per pochi eletti,” ha spiegato lo studioso in un’intervista riportata anche da France Culture e Le Monde.
Un messaggio per i nobili sul Nilo
Lo stesso egittologo ha ricostruito che l’incisione era visibile solo da un’angolazione precisa, circa 45 gradi, corrispondente alla prospettiva di chi giungeva via barca al Tempio di Luxor. Secondo Olette-Pelletier, la scrittura era destinata ai nobili egizi che partecipavano all’annuale Festival di Opet, evento religioso dedicato al dio Amon, che si celebrava con una solenne processione fluviale sul Nilo.
Il testo decifrato elogia il faraone Ramses II, attribuendogli potere divino, e invita i sacerdoti e i sudditi a fare offerte per placare l’ira degli dèi. Come confermano anche le ricerche pubblicate sul portale accademico JSTOR, questo tipo di iscrizioni avevano una funzione politica ben precisa: rafforzare la legittimità e il culto della figura regale.
L’origine dell’obelisco: un ponte tra due mondi
L’obelisco in questione era uno dei due monoliti eretti di fronte al Tempio di Luxor durante il XIII secolo a.C., sotto il regno di Ramses II. Donato alla Francia nel 1833 dal viceré d’Egitto, Muhammad Ali, fu trasportato a Parigi e posizionato nella centrale Place de la Concorde nel 1836. Da allora, è diventato uno dei simboli storici della capitale, ma la sua ricchezza simbolica e linguistica era ancora in parte celata.
L’UNESCO e l’Institut français d’archéologie orientale (IFAO) stanno ora considerando l’avvio di un progetto di digitalizzazione e studio tridimensionale dell’obelisco per rendere accessibile questa scoperta anche al grande pubblico e alle istituzioni museali.
Conclusione:
La scoperta di un messaggio segreto inciso su un obelisco vecchio di millenni dimostra quanto la storia continui a parlare — spesso letteralmente — anche in pieno XXI secolo. Grazie alla tecnologia moderna e a studiosi altamente specializzati, l’Obelisco di Luxor si conferma un testimone silenzioso ma eloquente di un passato ancora tutto da decifrare.