Da secoli, l’uomo cerca di dare un senso al caos, di trovare schemi e significati nascosti negli eventi. In questa ricerca, alcuni numeri hanno assunto una fama sinistra, diventando presagio di sventura. Ma si tratta di antiche credenze con un fondo di verità o di semplici superstizioni? La paura dei numeri sfortunati è un fenomeno globale, che cambia forma e si adatta a seconda della cultura, della lingua e della storia di un popolo.
Che si tratti di saltare a piè pari il gradino numero 17, di evitare il tredicesimo piano in un grattacielo americano o di non pronunciare mai il numero 4 a tavola in Cina, queste pratiche scaramantiche influenzano ancora oggi le nostre vite. Ma da dove nascono queste fobie numeriche? Esploriamo insieme il mondo affascinante e misterioso dei numeri considerati “maledetti”.

Quali sono i numeri sfortunati in Italia?
Nel Bel Paese, il re indiscusso dei numeri iellati è il 17. A differenza del mondo anglosassone, dove il terrore è riservato al 13, in Italia è l’abbinamento con il venerdì 17 a far scattare ogni sorta di rito apotropaico. Questa avversione è così radicata che ha un nome specifico: eptacaidecafobia.
Non è raro, infatti, che in alcuni alberghi manchi la camera 17 o che sulle compagnie aeree nazionali si passi direttamente dalla fila 16 alla 18. La superstizione legata al numero 17 è una peculiarità tutta italiana, con radici profonde che si intrecciano con la storia, la lingua e la tradizione popolare, in particolare quella napoletana.
Perché il 17 porta sfortuna?
L’origine di questa credenza è antica e ci riporta fino all’epoca dell’Impero Romano. La cattiva reputazione del 17 deriva principalmente dalla sua rappresentazione in numeri romani: XVII. Anagrammando queste lettere si ottiene la parola “VIXI”, che in latino significa “ho vissuto”, e per estensione, “sono morto”. Questa iscrizione era comune sulle lapidi dei defunti, creando un’associazione diretta e potente tra il numero e la fine della vita.
A rafforzare questa fama sinistra contribuisce anche la Smorfia Napoletana, il libro dei sogni per eccellenza, che al numero 17 associa “a’ disgrazia”. Inoltre, alcuni studiosi della Bibbia notano che, secondo la Genesi, il Diluvio Universale iniziò proprio il giorno 17 del secondo mese. Un accumulo di coincidenze che ha cementato nei secoli la nomea di questo numero.
Il numero 13: mito o realtà?
Se in Italia il 13 può essere visto con ambiguità (basti pensare al “fare tredici” al Totocalcio, sinonimo di grande fortuna), nel resto del mondo occidentale è il numero della sfortuna per antonomasia. La paura del 13, o triscaidecafobia, è talmente diffusa negli Stati Uniti che, secondo uno studio del National Geographic, circa l’80% dei grattacieli non ha il tredicesimo piano.
Le origini di questa superstizione sono molteplici. Una delle più note è di natura religiosa: all’Ultima Cena erano presenti 13 persone, Gesù e i dodici apostoli, e il tredicesimo, Giuda Iscariota, fu colui che lo tradì. Un’altra spiegazione affonda le radici nella mitologia norrena: il dio dell’inganno e del caos, Loki, fu il tredicesimo a imbucarsi a una cena degli dei, provocando la morte del dio Balder. Un evento storico ha poi suggellato la fama del “venerdì 13”: venerdì 13 ottobre 1307, il re di Francia Filippo IV ordinò l’arresto di massa dei Cavalieri Templari, ponendo fine al loro ordine.
Altri numeri sfortunati nel mondo (Cina, Giappone, USA)
La scaramanzia numerica non conosce confini, ma cambia bersaglio a seconda della latitudine. I numeri che portano sfortuna sono spesso legati a omofonie con parole di cattivo auspicio.
- Cina e Giappone: In gran parte dell’Asia orientale, il numero da evitare è il 4. La sua pronuncia, sia in cinese (sì) che in giapponese (shi), è quasi identica a quella della parola “morte”. Questa fobia, chiamata tetrafobia, è così seria che in molti edifici mancano i piani che contengono il 4 (4, 14, 24, ecc.). In Giappone, anche il numero 9 è malvisto, poiché la sua pronuncia (ku) è la stessa della parola “sofferenza” o “tortura”.
- USA: Oltre al già citato 13, nel mondo dell’aviazione americana esiste una superstizione legata al numero 191. Questa credenza è nata a seguito di diversi incidenti aerei gravi che hanno coinvolto voli con questo numero, tra cui il tragico schianto del volo Delta Air Lines 191 nel 1985. Di conseguenza, molte compagnie aeree evitano di assegnare questo numero a una rotta.
Superstizione, psicologia o pura statistica?
Ma cosa c’è di scientifico in tutto questo? La risposta è: molto poco. Non esiste alcuna prova statistica che dimostri una correlazione tra i numeri considerati sfortunati e un’effettiva maggiore incidenza di eventi negativi. Anzi, alcuni studi hanno notato che nei giorni “sfortunati” come venerdì 13 si verificano meno incidenti, forse perché le persone tendono a essere più caute.
La psicologia offre spiegazioni più convincenti. Il nostro cervello è una macchina cerca-schemi, un meccanismo evolutivo che ci aiuta a dare un senso al mondo. Questa tendenza, a volte, ci porta a vedere connessioni dove non ce ne sono. Questo fenomeno è noto come apofenia.
A ciò si aggiunge il bias di conferma: se crediamo che il 17 porti sfortuna, noteremo e ricorderemo con più facilità ogni piccolo evento negativo accaduto in quel giorno, ignorando tutte le volte in cui non è successo nulla. È un’illusione di controllo, un modo per sentire di avere un minimo di potere su un futuro incerto e imprevedibile. La superstizione, in fondo, è una risposta umana al caos.
FAQ – Domande Frequenti
Qual è il numero più sfortunato in Italia? In Italia, il numero sfortunato per eccellenza è il 17. Questa credenza deriva principalmente dall’anagramma del numero romano XVII, che forma la parola “VIXI”, ovvero “ho vissuto”, interpretata come un presagio di morte. La sua fama è rafforzata anche da tradizioni popolari come la Smorfia Napoletana.
Perché in America temono il numero 13? La paura del 13, o triscaidecafobia, è molto diffusa nel mondo anglosassone e ha diverse origini. Le più note includono la presenza di 13 commensali all’Ultima Cena (con Giuda come tredicesimo) e l’arresto dei Cavalieri Templari avvenuto venerdì 13 ottobre 1307, un evento che ha segnato l’immaginario collettivo.
Esistono prove che i numeri sfortunati causino davvero eventi negativi? No, non esiste alcuna evidenza scientifica o statistica. La credenza nei numeri sfortunati è un fenomeno puramente psicologico e culturale. Meccanismi come il bias di conferma ci portano a notare solo gli eventi che supportano la nostra superstizione, facendoci credere che esista una reale connessione causa-effetto.
Perché il numero 4 è considerato sfortunato in Cina? La tetrafobia, la paura del numero 4, è comune in molti paesi asiatici, inclusa la Cina. La ragione è linguistica: la pronuncia della parola “quattro” (sì) è quasi identica a quella della parola “morte”. Per questo motivo, il numero 4 viene spesso evitato in contesti quotidiani, come nei numeri dei piani degli edifici.
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