Obesità infantile, per combatterla vietati gli snack alla cassa in GB

VEB

Purtroppo sta diventando una piaga che colpisce tutti i paesi del mondo: l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha lanciato l’allarme parlando di circa 41 milioni di bambini colpiti e individuando in bevande zuccherate e cibo spazzatura le principali cause dell’obesità infantile.

L’obesità è una malattia caratterizzata da un eccesso di tessuto adiposo, con conseguente aumento abnorme di peso, che può generare diversi problemi di salute.

L’obesità infantile ha una genesi multifattoriale, essendo il risultato di diverse cause più o meno evidenti che interagiscono tra loro: una eccessiva/cattiva alimentazione, legata ad una ridotta attività fisica e a fattori di tipo genetico/familiare; rari i casi di obesità legati ad alterazioni ormonali quali ipotiroidismo o disfunzioni surrenali.

Tra le conseguenze le più frequenti sono rappresentate da problemi di tipo respiratorio (affaticabilità, apnea notturna), di tipo articolare, dovute al carico meccanico (varismo/valgismo degli arti inferiori, ossia gambe ad arco o ad “X”, dolori articolari, mobilità ridotta, piedi piatti), disturbi dell’apparato digerente, disturbi di carattere psicologico.

Ma c’è di più: l’obesità infantile è un fenomeno non solo dilagante ma anche persistente perché circa il 50% degli adolescenti obesi rischia di esserlo anche da adulto.

Oltre ad avere una maggiore predisposizione al sovrappeso e all’obesità, la persona che è stata in eccesso di peso da piccola risulta inoltre maggiormente esposta a determinate patologie, soprattutto di natura cardiocircolatoria come l’ipertensione arteriosa e la dislipidemia. Gravi sono anche le conseguenze di tipo endocrino, come il diabete di tipo 2 (insulino-resistente), tipico degli adulti ma frequente anche tra i bambini obesi e in sovrappeso e l’ipersurrenalismo, cioè l’ipersecrezione degli ormoni corticosteroidi da parte del surrene.

Tutto questo sta creando una vera e propria emergenza sanitaria: i governi di molti paesi si stanno muovendo per promuovere migliori stili di vita e spingere alla prevenzione.

Tra tutti i paesi spicca la Gran Bretagna, che già l’anno scorso aveva annunciato una serie di misure per spingere i genitori a far più attenzione all’alimentazione e agli stili di vita dei propri figli.

Il governo britannico ha così annunciato che metterà uno stop al posizionamento, allettante per gli adulti ma soprattutto per i bambini, delle barrette dolci che fanno bella mostra di sé mentre si aspetta il proprio turno per pagare la spesa alle casse dei supermercati.

Il provvedimento – si sta preparando un divieto in piena regola – rientra appunto nel quadro della campagna avviata un anno fa contro il dilagare dell’obesità infantile e giovanile nel Paese.

L’obiettivo, ha spiegato alla Bbc il ministro della Sanità, Jeremy Hunt, resta quello di dimezzare il numero di bambini obesi entro il 2030, in particolare in Inghilterra.

“Vogliamo dare più potere ai genitori di fare scelte salutari” per i loro figli, ha rimarcato Hunt, promettendo, oltre alla stretta nei supermercati, pure restrizioni più severe sulla pubblicità di prodotti ad alto contenuto di zuccheri in tv e sul web, nonché l’obbligo d’indicare il ‘peso calorico’ dei cibi nei menu dei ristoranti.

Ricordiamo infine che il servizio sanitario britannico, NHS, spende circa 6 miliardi di sterline l’anno (quasi 7 miliardi di euro) per curare le patologie legate all’obesità. Nel corso di un quarto di secolo l’obiettivo è di risparmiare fino a 4,5 miliardi di sterline ed evitare più di 35.000 morti premature, oltre a un ulteriore taglio di 4,5 miliardi di costi di assistenza sociale.

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