È possibile chiamare un figlio Benito in Italia? La risposta breve e diretta è sì, la legge italiana lo consente. Non esiste alcuna norma che vieti specificamente il nome “Benito” all’anagrafe. Tuttavia, la scelta di questo nome, carico di un pesante bagaglio storico, apre a complesse implicazioni legali e sociali che ogni genitore dovrebbe considerare attentamente.
La legge non vieta il nome Benito, ma tutela sempre il benessere del bambino. Questa è la sintesi fondamentale: la scelta è permessa, ma non è priva di possibili ostacoli, perché il vero arbitro della questione non è una lista di nomi proibiti, ma il superiore interesse del minore.

Cosa dice esattamente la legge italiana sui nomi?
Molti credono esista una “lista nera” di nomi vietati, ma la realtà è più sfumata. La normativa di riferimento è il D.P.R. 396 del 2000, che stabilisce alcuni principi generali. Un nome non può essere:
- Divorziano perchè non sono d’accordo sul nome del figlio
- Il tuo nome può influenzare un colloquio di lavoro?
- USA: Due Detenuti Hanno un Figlio Senza Mai Incontrarsi
- Ridicolo o vergognoso: ovvero, tale da poter causare al bambino derisione o imbarazzo.
- Contrario al sesso del nascituro: (con poche eccezioni come Andrea).
- Uguale al nome di un genitore o di un fratello/sorella viventi.
- Un cognome usato come nome proprio.
Il nome Benito, di per sé, non rientra in nessuna di queste categorie. La sua origine è latina, da Benedictus, e significa “benedetto”. È un nome tradizionale, che precede di secoli la sua associazione con il fascismo.
Allora, qual è il vero problema con il nome Benito?
Il problema non è il nome in sé, ma la sua combinazione e il suo potenziale “pregiudizio morale”. La legge vieta nomi che possano “arrecare pregiudizio” al bambino. Sebbene “Benito” sia ammesso, la combinazione “Benito Mussolini” è universalmente considerata vietata, così come lo sarebbero “Adolf Hitler” o “Osama Bin Laden”.
Il confine diventa più sottile sul singolo nome. Se un ufficiale di stato civile ritiene che il nome “Benito”, in un determinato contesto (magari abbinato a un cognome particolare o per la notoria affiliazione politica dei genitori), possa rappresentare un fardello per il bambino, ha il dovere di agire.
Come funziona la procedura di registrazione all’anagrafe?
L’ufficiale di stato civile non può rifiutare la registrazione del nome scelto dai genitori. Tuttavia, se lo ritiene non conforme alla legge, ha l’obbligo di avvertire i genitori delle possibili conseguenze.
Se i genitori insistono, l’ufficiale procede con la registrazione ma invia una segnalazione al Procuratore della Repubblica. Sarà poi un tribunale a decidere se il nome è potenzialmente dannoso per il bambino e a ordinarne, eventualmente, la modifica. È un’ipotesi remota per il solo nome “Benito”, ma legalmente possibile.
Quanti bambini si chiamano Benito oggi in Italia?
Nonostante il suo pesante retaggio storico, il nome Benito non è scomparso. Secondo i dati più recenti dell’ISTAT, la sua popolarità è minima ma costante. Nel 2023, ad esempio, sono stati chiamati Benito soltanto 8 neonati in tutta Italia.
Questi numeri, seppur esigui, dimostrano che alcune famiglie scelgono ancora questo nome, spesso per ragioni personali o familiari, come onorare il nome di un nonno, del tutto slegate dall’ideologia politica.
L’uso del nome vide un’impennata esponenziale durante il Ventennio fascista, per poi crollare verticalmente dopo il 1945, diventando un simbolo di un passato divisivo. Oggi, la sua scelta rappresenta un atto quasi sempre controcorrente.
Oltre la legge: l’impatto sociale di un nome controverso
Al di là degli aspetti legali, la vera domanda è di natura etica e sociale. Chiamare un figlio Benito nel 2025 significa caricarlo di un’eredità che non ha scelto. Fin dall’asilo, quel nome verrà inevitabilmente associato a una delle figure più controverse della storia italiana.
Questo potrebbe esporre il bambino a:
- Stigmatizzazione e pregiudizi: sia da parte dei coetanei che degli adulti.
- Domande inopportune e curiosità morbosa: costringendolo a giustificare o spiegare una scelta non sua.
- Potenziale bullismo: in un’età in cui i bambini possono essere crudeli verso ciò che è “diverso”.
Prima di compiere una scelta del genere, sarebbe saggio chiedersi: “Questa decisione porta un beneficio a mio figlio o risponde solo a un desiderio mio?”. La risposta a questa domanda dovrebbe guidare ogni genitore.
Domande Frequenti (FAQ)
Posso chiamare mio figlio Adolfo in Italia? Sì, come per Benito, il nome Adolfo è legalmente concesso. Anche in questo caso, la sua popolarità è estremamente bassa per via dell’associazione con Adolf Hitler. La legge interverrebbe solo se il nome fosse ritenuto, in un contesto specifico, potenzialmente dannoso per il bambino, e vieterebbe esplicitamente la combinazione “Adolf Hitler”.
Esistono altri nomi di personaggi storici vietati? Non esiste un elenco ufficiale. Il principio guida è sempre la tutela del minore. Nomi come Lenin o Stalin, pur non essendo formalmente vietati, potrebbero essere soggetti alla stessa procedura di segnalazione al Procuratore della Repubblica se l’ufficiale di stato civile li ritenesse potenzialmente pregiudizievoli per il bambino.
Cosa posso fare se l’anagrafe contesta il nome che ho scelto? L’ufficiale di stato civile ha il dovere di informarti se ritiene che il nome violi la legge. Se decidi di procedere comunque, il nome verrà registrato, ma il caso sarà segnalato alla Procura. A quel punto, sarà un giudice a valutare e decidere se sia necessaria una rettifica del nome.
Qual è l’origine e il significato del nome Benito? Il nome Benito è una variante spagnola del nome italiano Benedetto. Deriva dal latino Benedictus, che significa “benedetto” o “colui che è benedetto da Dio”. L’onomastico si festeggia generalmente l’11 luglio in onore di San Benedetto da Norcia. Questa origine non ha alcun legame con la sua successiva connotazione storica.
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