Quanto vale la vita di un clochard?

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Ci sono persone di serie A e persone di serie B?

Sembrerebbe una domanda scontata e retorica, persino provocatoria, ed invece ascoltando le ultime sentenze giudiziarie la domanda appare più che legittima.

Su internet si sono già raccolte decine di migliaia di firme per chiedere la revisione della sentenza dell’assassino del giovane Marco Vannini: l’uomo, padre della sua fidanzata, è stato condannato in appello a soli 5 anni per omicidio colposo.

La vita di un ragazzo, vita che poteva essere salvata se solo si fossero chiamati tempestivamente i soccorsi, vale quindi solo 5 anni di reclusione.

La vita di clochard vale addirittura meno, anzi niente: non è stata infatti emessa nessuna condanna per la morte di Ahmed Fdil, il clochard di 64 anni bruciato vivo da due ragazzini il 13 dicembre 2017 a Santa Maria di Zevio all’interno dell’auto che era diventata la sua casa.

I due ragazzi diedero fuoco ad alcuni pezzettini di carta e incendiarono l’auto lanciandoli nell’abitacolo: non una bravata, ma un omicidio che però è stato liquidato con una “messa in prova”.

Il giudice Maria Teresa Rossi del Tribunale dei minori di Mestre ha infatti stabilito che il 17enne accusato di omicidio volontario aggravato sia messo in prova e il processo sia sospeso per tre anni.

Il secondo ragazzino 13enne è uscito subito dal procedimento perché non imputabile, avendo meno di 14 anni. Se nei prossimi tre anni il 17 enne si comporterà bene, il reato sarà estinto.

Ecco quanto vale la vita di un clochard.

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