Immagina di essere accanto a una persona amata nei suoi ultimi momenti di vita. All’improvviso, il suo respiro cambia: non è più silenzioso, ma produce un suono umido, come un gorgoglio o uno scoppiettio. Questo fenomeno, noto in ambito medico come rantolo terminale (o death rattle in inglese), è spesso vissuto con angoscia da familiari e caregiver. Tuttavia, gli esperti rassicurano: non è un segnale di sofferenza.

Cos’è il rantolo terminale?
Il rantolo terminale è un suono respiratorio caratteristico che può comparire nelle ultime 24 ore di vita di un paziente. Si verifica quando la persona, entrata in uno stato di coscienza ridotta o in incoscienza, perde il riflesso della deglutizione. Come spiegato dal dott. Wenwen Li, docente di medicina palliativa all’Università di Scienza e Tecnologia della Cina, ciò comporta l’accumulo di saliva e muco nelle vie respiratorie superiori, che non possono più essere deglutite normalmente.
Quando l’aria attraversa queste secrezioni, produce un suono simile a quello di una cannuccia immersa in un bicchiere d’acqua. Questo rumore, anche se inquietante per chi è presente, non è percepito dalla persona morente, che in genere è profondamente sedata o incosciente.
Non è un segnale di dolore
La prof.ssa Claire Vallance, esperta dell’Università di Oxford, sottolinea che il rantolo non è legato alla percezione del dolore. Al contrario, è il risultato di un processo fisiologico naturale nella fase terminale. La persona non soffre né è consapevole di ciò che accade: il corpo si sta semplicemente preparando al suo ultimo passaggio.
Cosa si può fare per gestire il rantolo?
Il personale medico e le equipe di cure palliative conoscono bene il fenomeno e, sebbene il rantolo non causi disagio fisico, possono adottare misure per ridurne l’impatto emotivo su familiari e presenti. Tra queste:
- Posizionamento del paziente: sdraiare la persona su un fianco con la testa sollevata a circa 30 gradi aiuta le secrezioni a defluire più facilmente.
- Farmaci anticolinergici: questi riducono la produzione di saliva e muco.
- Assistenza empatica: spiegare cosa sta succedendo ai presenti può ridurre il senso di allarme.
Un momento difficile, ma naturale
Molti familiari che hanno assistito a questo momento riferiscono di essersi sentiti sollevati dopo aver compreso che il rantolo terminale non è un segnale di sofferenza, ma parte del processo biologico della morte. Secondo il National Institute on Aging (fonte), conoscere questi segnali può aiutare a prepararsi emotivamente e spiritualmente all’addio.
La consapevolezza, quindi, può trasformare un momento traumatico in un’occasione per offrire conforto e presenza, senza la paura amplificata dall’ignoto.
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