Roma, il Bambino Gesù diventa un centro per le nascite a rischio

VEB

Il Bambino Gesù di Roma è il più grande Policlinico e Centro di ricerca pediatrico in Europa, collegato ai maggiori centri internazionali del settore.

Nell’accezione quotidiana e nei sentimenti delle persone, l’Ospedale Bambino Gesù è l’Ospedale dei bambini e l’Ospedale del Papa. Attraverso lo slogan “pensate solo a vostro figlio, al resto pensiamo noi” il Bambino Gesù ha deciso di intendere l’accoglienza del paziente e della sua famiglia, fin dal primo contatto, come un aspetto fondamentale nel processo di cura: il cuore della propria attività assistenziale.

L’Ospedale Pediatrico persegue l’eccellenza delle prestazioni sanitarie quale risultato di attività di ricerca e clinica d’avanguardia, con l’obiettivo di assicurare il continuo adeguamento delle attività alle esigenze della più avanzata scienza biomedica.

E, nelle scorse ore, proprio in questo ospedale, è nato il primo bimbo: grazie ad un’autorizzazione regionale e alla convenzione con l’ospedale San Pietro Fatebenefratelli, il Bambino Gesù è diventato quindi un punto nascita per i casi ad alto rischio.

Grazie all’intesa (siglata a marzo 2017) vengono ottimizzati i tempi del parto, evitando a nascituri particolarmente vulnerabili i rischi del trasporto da una struttura all’altra e si rendono immediatamente disponibili, in un’unica sede, tutte le possibili competenze ostetriche e medico-chirurgiche neonatali.

Le nascite programmate nel 2017 – annunciano dall’ospedale pediatrico – sono circa 30, 4 delle quali nel mese di giugno. Le future mamme vengono selezionate per il parto da un apposito comitato (composto da anestesisti, ostetrici e chirurghi di entrambi gli ospedali) che valuta le caratteristiche della gravidanza e la gravità delle condizioni del bambino. Ogni nascita verrà seguita da un’équipe mista Bambino Gesù – San Pietro.

In generale si tratterà di bambini talmente delicati che piccolissimi disturbi, come per esempio l’applicazione del gel per eseguire un’ecografia, potrebbero alterare i loro parametri vitali.

Il primo piccolo, Kevin, nato l’8 aprile scorso, era affetto da ernia diaframmatica congenita, una rara e complessa malattia toracica che richiede la presenza di un equipe specialistica al momento del parto.

Kevin ora sta bene e noi ci auguriamo che la sua sia la prima di una miriade di storie simili a lieto fine.

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