Sclerosi multipla, l’importanza di donare per aiutare la ricerca

VEB

Negli ultimi anni la ricerca ha fatto passi da gigante, e per i malati sono disponibili cure e un miglioramento delle condizioni di vita fino a poco tempo fa insperate, eppure il traguardo è ancora lontano, e il numero di malati aumenta di anno in anno, ragion per cui è fondamentale proseguire le ricerche, magari con fondi maggiori.

È una drammatica fotografia quella che emerge dalla seconda edizione del Barometro della sclerosi multipla realizzato da Aism – Associazione italiana sclerosi multipla, che ha organizzato la Settimana nazionale della Sm: sono oltre 3.400 i nuovi malati di sclerosi multipla ogni anno, ed attualmente sono 114mila gli italiani malati.

Si tratta di “un’emergenza sanitaria e sociale” poiché la malattia è “in continua crescita” e le persone affette devono confrontarsi anche con “le difficoltà legate ai servizi sanitari e assistenziali”. Nella maggior parte dei casi la diagnosi arriva tra i 20 e i 40 anni di età.

Tra il 27 e 28 maggio in 400 piazze italiane, chi lo vorrà potrà portare a casa delle piante aromatiche con una donazione di 10 euro, che verrà interamente devoluta alla ricerca.

A patrocinare l’iniziativa con il contributo di Simmenthal, partner unico per il terzo anno consecutivo, è la Associazione italiana sclerosi multipla (Aism) con la sua fondazione, che da sempre si impegna a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla malattia e a finanziare la ricerca scientifica, cercando inoltre di trasmettere corrette informazioni a riguardo La sclerosi multipla (Sm), malattia neurologica cronica caratterizzata da infiammazione e degenerazione del sistema nervoso centrale.

Con le donazioni raccolte l’Azienda potrà sostenere il progetto sull’effetto che la terapia occupazionale ha nel miglioramento della gestione delle attività di vita quotidiana e nel rallentamento del progredire della malattia.

Attualmente sono utilizzati diversi trattamenti farmacologici con l’obiettivo di ridurre l’infiammazione e diminuire il numero di ricadute, agendo sul decorso della malattia, oppure con l’obiettivo di contenerne i sintomi e rallentare la progressione della disabilità. Esiste tuttavia un’altra opzione terapeutica, la neuroriabilitazione, che ha l’obiettivo di mantenere e quindi di attivare il processo di plasticità del sistema nervoso per consentire alla persone con Sm di superare il danno al tessuto nervoso e, possibilmente, incrementare le capacità residue.

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