Niente da fare per il regista Roman Polanski che a distanza di circa 40 anni non ha avuto la clemenza della Corte Superiore di Los Angeles in merito all’accusa di violenza sull’allora 13enne Samantha Gailey.
La vicenda è ormai risaputa e risale al 1978 quando il regista Roman Polanski fu denunciato per violenza sessuale ai danni dell’allora 13enne Samantha Gailey (oggi Samantha Geimer), durante un party a casa dell’attore Jack Nicholson nei pressi di Mulholland a Los Angeles.
Polanski aveva abbandonato poi il suolo statunitense per non farvi più ritorno e proprio in queste settimane è arrivata la sentenza definitiva a distanza di quasi 40 anni, il giudice Scott Gordon ha negato la clemenza per il regista e il pubblico ministero ha sollecitato Polanski a tornare negli Stati Uniti per la sua condanna, è stato riferito di “nessun trattamento speciale per una celebrità”.
Un portavoce della Corte Suprema di Los Angeles ha riferito: “Il giudice Gordon ha stabilito che le richieste fatte dai giudici del regista vengano negate”, Polanski da tempo vive in Francia e aveva lasciato gli Stati Uniti dopo aver trascorso 42 giorni in carcere.
Secondo l’avvocato Harland Braun, il regista era praticamente “indifendibile”, nonostante la sua vittima Samantha Geimer, lo avesse perdonato a distanza di tanti anni e addirittura avrebbe auspicato la clemenza della corte.