Una ballerina russo-americana, Kseniya Karelin, è stata condannata in Russia a 12 anni di prigione per tradimento, secondo quanto riportato dalla BBC.

La sua colpa sarebbe quella di aver effettuato una donazione di 50 dollari all’organizzazione umanitaria Razom for Ukraine, che sostiene l’Ucraina. Il servizio di sicurezza russo, l’FSB, ha accusato l’artista di aver finanziato l’acquisto di armi destinate all’esercito ucraino con quella somma. Razom ha respinto tali accuse, dichiarandosi “scioccata” per l’arresto.
L’avvocato della 33enne ha espresso ottimismo riguardo a un possibile rilascio futuro, facendo riferimento allo scambio di prigionieri che ha visto la liberazione del giornalista americano Evan Gershkovich. La scorsa settimana si è tenuta un’udienza a porte chiuse, durante la quale Karelina ha ammesso le proprie colpe. Inizialmente, i procuratori russi avevano richiesto una pena di 15 anni, poi ridotta a 12 anni.
Karelina era stata arrestata a Ekaterinburg, circa 1.600 chilometri a est di Mosca, dopo essere tornata a trovare la sua famiglia a febbraio. Immigrata negli Stati Uniti nel 2012, ha ottenuto la cittadinanza americana nel 2021 e risiede a Los Angeles.
Lo scorso aprile, nell’ambito della crescente repressione dei dissidenti, Vladimir Putin ha firmato un emendamento che ha elevato la pena massima per tradimento, portandola da 20 anni all’ergastolo. Il caso di Karelina ha suscitato paragoni con quello di Evan Gershkovich, arrestato a Ekaterinburg a marzo dello scorso anno con l’accusa di spionaggio, e successivamente rilasciato in uno scambio di prigionieri il 1° agosto.
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