Ryke Hamer, è morto in Norvegia il medico contrario alla chemioterapia

VEB

Ryke Hamer, il medico diventato famoso perché contrario alla chemioterapia, è morto il 2 luglio in Norvegia.

Ryke Geerd Hamer era noto per essere stato il fondatore della cosiddetta Nuova Medicina Germanica.

Hamer è morto all’età di 82 anni per un problema cardiovascolare.

Il medico era stato radiato dall’ordine tedesco a causa delle sue teorie che lo hanno portato a individuare la causa dei tumori negli shock emozionali.

Così come i tumori nascono in sostanza dal cervello, nella stessa maniera il cervello stesso potrebbe riprogrammarsi in maniera tale da curarli, senza bisogno di altri trattamenti medici, come la chemioterapia.

La risoluzione del conflitto emozionale operata dal cervello, può cioè portare a risolvere il problema del tumore.

Hamer era il padre di quel ragazzo che nel 1978 fu assassinato da Vittorio Emanuele di Savoia che, a bordo del proprio yacht, nell’arcipelago della Maddalena, ha imbracciato il fucile e sparato al giovane che si sarebbe avvicinato troppo alla propria imbarcazione.

A detta di Hamer, a seguito di questo gravissimo incidente e dell’epilogo inquietante, si sarebbero ammalati di cancro lui stesso e la moglie.

La moglie, sebbene curata col suo metodo, morì. Nel 1986 al medico fu ritirata la licenza a esercitare, tanto che fu costretto a rifugiarsi a Malaga, dove riuscì ad aprire una clinica.

Hamer fu incarcerato in Germania fra il 1997 e il 1998, e successivamente in Francia nel 2004.

A Hamer furono imputati diversi casi di morte per non aver consentito che i pazienti si curassero con gli strumenti tradizionali, e comunque approvati dalla comunità scientifica.

L’ultimo caso, recentissimo, è quello dell’italiana Elena Bottaro, morta nel 2016 dopo aver rifiutato la chemioterapia. La ragazza diciottenne si era ammalata un anno prima di leucemia linfoblastica acuta.

Hamer aveva tentato di curare la ragazza con le sue teorie, ma senza successo.

A seguito di ciò, i genitori della giovane erano stati indagati nell’aprile dello scorso anno dalla Procura di Padova per omicidio colposo aggravato.

Una vita travagliata quella del tedesco propugnatore della dottrina della Nuova Medicina Germanica. Non sapremmo dire se il medico, o l’ex medico, fosse in malafede.

Probabilmente no, ma certamente si è preso una grande responsabilità.

Se anche fosse vero che la causa principale dei tumori sono gli shock emozionali, lui non è riuscito a dimostrare la teoria della reversibilità, vale a dire che il cervello è in grado di porre riparo da se stesso al danno creato. Magari in futuro qualcuno ci riuscirà, chissà.

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