Scienziati dell’Università di Bristol hanno pubblicato uno studio che avverte di un possibile aumento del numero di ondate di calore nei prossimi decenni in Europa centrale e America centrale. Queste regioni, dove le crisi climatiche stanno già mettendo a dura prova, potrebbero essere particolarmente vulnerabili agli effetti di nuove ondate di caldo.
Gli scienziati avvertono che i paesi meno preparati saranno i più a rischio. Alcune regioni con ondate di caldo si combinano con altri fattori per renderle particolarmente vulnerabili. Ad esempio, in America centrale, l’instabilità socioeconomica potrebbe rendere ancora più devastanti gli effetti delle fluttuazioni di temperatura.
Le ondate di calore porteranno periodi di più giorni di temperature estremamente elevate, che possono essere pericolose per la vita umana e l’ecologia della regione. Nel 2022, le ondate di caldo hanno portato a devastanti siccità e incendi nelle Americhe e in Europa. Tuttavia, come notano gli scienziati, in alcune regioni le ondate di calore sono combinate con altri fattori, il che le rende particolarmente vulnerabili.
Nei prossimi decenni, sempre più ondate di caldo colpiranno paesi come l’Afghanistan, la Papua Nuova Guinea e molti paesi centroamericani. L’instabilità socio-economica in queste regioni potrebbe rendere gli effetti delle fluttuazioni di temperatura ancora più devastanti.
Va notato che le ondate di calore stanno diventando sempre più in tutto il pianeta a causa della crisi climatica. L’anno scorso, hanno portato a devastanti siccità e incendi nelle Americhe e in Europa. Quest’anno la situazione potrebbe aggravarsi a causa del fenomeno atmosferico El Niño, che si verifica ogni 2-3 anni e porta ad un aumento delle temperature.
Gli scienziati sottolineano che i governi di tutto il mondo devono prepararsi a possibili anomalie climatiche che possono verificarsi ovunque. Una buona preparazione può salvare molte vite. Ciò è particolarmente importante per quelle regioni in cui tali fenomeni si sono verificati raramente prima, il che significa che gli stati non hanno sviluppato meccanismi per rispondere e adattarsi a tali minacce.
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