Il ritorno di Gesù come evento da scommessa?
Può sembrare assurdo, ma è reale: migliaia di utenti nel mondo stanno scommettendo sul fatto che Gesù Cristo tornerà sulla Terra entro il 31 dicembre 2025. Tutto questo accade su Polymarket, una piattaforma decentralizzata di “previsione finanziaria” basata su blockchain, dove le persone comprano e vendono quote in base alla probabilità di eventi futuri.

Secondo i dati riportati da Vice e Decrypt, la domanda “Gesù tornerà entro il 2025?” ha generato oltre 500.000 dollari di volume scommesso, con una netta prevalenza di scommesse sul “no”. Il valore della quota “sì” è stimato intorno ai 3 centesimi, segno di scetticismo diffuso ma anche di una fascinazione curiosa per l’improbabile.
Le basi della teoria del 2025: tra Genesi e numerologia
Gran parte dell’entusiasmo intorno al 2025 si basa sulla Teoria del Giorno Millenario, che interpreta i sette giorni della Creazione (Libro della Genesi) come simboli di 7.000 anni di storia umana. Secondo i suoi sostenitori, 6.000 anni rappresentano il periodo dell’umanità prima dell’arrivo del regno messianico, il cosiddetto “sabato millenario”. Il 2025 segnerebbe la fine di questo ciclo.
Tuttavia, la comunità scientifica rigetta questa visione. Le datazioni fossili, i reperti archeologici e gli studi genetici dimostrano che l’Homo sapiens esiste da almeno 300.000 anni, rendendo insostenibile ogni teoria fondata su una cronologia di soli sei millenni.
Fonte: Smithsonian Institution, Human Origins Program – https://humanorigins.si.edu
Un fenomeno globale tra fede, storia e scommesse
L’attesa per il ritorno di Gesù non è nuova: è un pilastro escatologico sia nel Cristianesimo che nell’Islam. Nella Bibbia, l’episodio è trattato più volte, ma il Vangelo di Matteo (24:36) avverte: “Quanto a quel giorno e a quell’ora, nessuno li conosce, neppure gli angeli del cielo, né il Figlio, ma solo il Padre”.
Eppure, nella storia moderna si contano decine di date previste per la Seconda Venuta: famose quelle del 2011, annunciate da Harold Camping, tutte regolarmente smentite dai fatti. Questo non ha impedito nuove speculazioni, alimentate oggi da social media, forum religiosi e piattaforme come Polymarket.
“Tutti coloro che hanno provato a predire la data del ritorno sono stati smentiti. Il problema è che continuano a provarci.” — Bart Ehrman, storico delle religioni, University of North Carolina
Il ruolo controverso delle piattaforme cripto-predittive
Polymarket non è un casinò, ma un mercato di previsione basato su tecnologia Ethereum. Gli utenti acquistano “azioni” relative a eventi futuri (politica, sport, scienza, religione). Se l’evento accade, chi ha comprato “sì” guadagna il valore pieno dell’azione; altrimenti, chi ha puntato su “no” vince la differenza.
Questo tipo di scommesse solleva interrogativi etici, specialmente quando toccano temi religiosi. Le principali confessioni cristiane, come il Catechismo della Chiesa Cattolica (n. 2413), considerano il gioco d’azzardo eccessivo una distorsione morale, soprattutto se collegato alla fede.
Fonte: Vatican.va – https://www.vatican.va/archive/catechism_it/index_it.htm
Cosa ci insegna questo fenomeno?
- La digitalizzazione della fede può portare a distorsioni curiose, se non pericolose.
- Le piattaforme blockchain permettono oggi di monetizzare anche le convinzioni più improbabili.
- La memoria storica mostra che tutte le profezie su date esatte della Seconda Venuta sono sempre fallite.
Conclusione: scommettere sulla fede è davvero fede?
A pochi mesi dalla fine del 2025, la previsione che Gesù torni sulla Terra resta, al di là della piattaforma che la ospita, più una curiosità culturale che una credibile previsione religiosa. L’uso di criptovalute e strumenti finanziari per speculare su eventi escatologici ci racconta molto sulla società contemporanea: è sempre più connessa, ma anche sempre più incline a trasformare tutto in occasione di profitto, anche ciò che dovrebbe restare sacro.
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