Scoperte affascinanti degli archeologi subacquei italiani continuano a stupirci. Nel mese di aprile 2023, al largo di Pozzuoli, in Campania, è emerso un antico tempio sommerso che ha immediatamente catturato l’attenzione degli studiosi. Inizialmente, si pensava che questo tempio appartenesse al popolo nabateo, ma i ricercatori si sono trovati ad affrontare una serie di domande avvincenti sull’origine di questa misteriosa civiltà.
I Nabatei, di cui la storia è avvolta nel mistero, sono stati a lungo considerati una tribù beduina in grado di creare sontuosi palazzi e di competere con l’Impero Romano nella loro grandezza. Nonostante gli esperti riconoscano l’importanza dei Nabatei nella storia, si sono sempre scontrati con la mancanza di fonti informative affidabili.
Ma perché il tempio si trova sott’acqua?
La risposta si trova nella natura vulcanica della regione. Grazie alle ricerche subacquee, gli scienziati hanno fatto una scoperta sorprendente: il tempio era dedicato a Duzares, la divinità del popolo seminomade dei Nabatei. Questa scoperta ha spinto i ricercatori a interrogarsi su come mai il popolo nabateo si sia trovato proprio sugli Appennini. Storicamente, i Nabatei hanno abitato la parte settentrionale dell’attuale Arabia Saudita e Giordania. Tuttavia, la loro presenza in questa parte d’Italia è motivo di speculazione e congettura.
Una delle ipotesi suggerisce che l’Impero Romano fosse aperto alla diversità religiosa e permettesse ai Nabatei di praticare liberamente la loro fede. Ma gli studiosi sostengono che la relazione tra Nabatei e Romani potrebbe essere stata più complessa di quanto si pensasse inizialmente, andando oltre la politica. La storia di questo enigmatico popolo presenta anche influenze persiane, latine e greche, aggiungendo un ulteriore strato di mistero alle loro origini.
I Nabatei hanno lasciato dietro di sé un’imponente quantità di monumenti storici, ognuno dei quali rappresenta un vero enigma per i ricercatori. Ogni nuova scoperta fornisce ulteriori informazioni, costringendo gli scienziati a ridefinire la loro comprensione della civiltà nabatea. Tuttavia, la sfida più difficile di questa ricerca è l’assoluta mancanza di fonti scritte. I Nabatei comunicavano in aramaico, ma il loro sistema di scrittura rimane un mistero ancora irrisolto.