Sindrome del bambino scosso, una campagna nazionale per sensibilizzare

VEB

Nel nostro Paese è chiamata la Sindrome del bambino scosso, l’arrivo di un bebè nella propria vita spesso ci sconvolge positivamente ma ci sono casi nei quali sia la neo mamma che il papà, possono faticare nell’assimilare i cambiamenti della loro vita in base ai comportamenti del “nuovo arrivato”, capita così che, pur non volendo, si sfoga il proprio stress e la propria frustrazione proprio sul bebè, il tutto ovviamente in modo inconsapevole.

Con Shaken baby syndrome, ovvero “sindrome del bambino scosso”, si indicano quelle forme di abuso legate a violento scuotimento del bambino con conseguente trauma sull’encefalo e successive sequele neurologiche.

La sindrome del bambino scosso rappresenta una forma di maltrattamento che può avere conseguenze drammatiche e la cui reale incidenza può essere davvero difficile da stabilire, non solo per la complessità della diagnosi, ma anche perché molte vittime non giungono all’attenzione dei medici.

La prima descrizione della “sindrome del bambino scosso” in alcuni bambini con fratture multiple ed ematomi cronici subdurali risale al 1946. La prima segnalazione su una rivista medica del tipico quadro fundoscopico è successiva di vent’anni. Solo nel 1972 Carey, l’autore della prima segnalazione del 1946, pubblicò il lavoro che sancì definitivamente il nome della sindrome.

Naturalmente vi sono anche fattori “di rischio” che aumentano la probabilità di aht: famiglia mono-genitoriale, età materna inferiore ai 18 anni, basso livello di istruzione della madre, uso di alcool o sostanze stupefacenti, disoccupazione, episodi di violenza, da parte del partner o comunque in ambito familiare, e disagio sociale. Anche condizioni socioeconomiche scadenti comportano un rischio maggiore di violenza, a volte anche “inconsapevole”.

Shaken baby syndrome: campagna nazionale per sensibilizzare

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Per far conoscere a neogenitori e i caregiver l’esistenza di questa forma di maltrattamento e i gravi rischi legati allo scuotimento, Terre des Hommes presenta la prima campagna nazionale per la prevenzione della Shaken Baby Syndrome “Non Scuoterlo!”.

Strumenti chiave della Campagna sono lo SPOT TV, che vede la presenza dell’attore Alessandro Preziosi e il sito di informazione e sensibilizzazione “nonscuoterlo.it” che insieme contribuiranno a diffondere conoscenza della Shaken Baby Syndrome.

«In Italia il fenomeno è ancora poco conosciuto dal grande pubblico e non esiste un database nazionale che raccolga i casi individuati, ma tutte le strutture ospedaliere più avanzate per la diagnosi precoce del maltrattamento sui bambini ci confermano la necessità di avviare un’ampia azione informativa per la prevenzione di questa sindrome – dichiara Federica Giannotta, Responsabile Advocacy e Programmi Italia di Terre des Hommes -. Per questo abbiamo lanciato la campagna “Non scuoterlo!” e sul sito Nonscuoterlo.it abbiamo raccolto informazioni sui segnali rivelatori in un bambino che ha subito lo scuotimento, su come intervenire e a quali strutture ospedaliere rivolgersi, nonché informazioni e consigli utili in caso di necessità».

Quando il bambino viene scosso in maniera violenta c’è un’alterazione immediata delle funzioni vitali, il battito rallenta e ha difficoltà a respirare. Gradualmente possono verificarsi anche emorragie cerebrali, spinali e retiniche e, a distanza di diverse settimane, atrofia del cervello. Per essere fatale l’evento deve essere protratto nel tempo e sempre violento.

Dal 13 al 19 novembre 2017 lo spot ‘Non scuoterlo!’ sarà on air sulla tv della metropolitana a Milano, Roma e Brescia, e su spazi gratuiti messi a disposizione dal circuito Discovery Italia e da molti portali d’informazione. Nel 2018 la programmazione al momento prevede il passaggio su spazi gratuiti messi a disposizione da La7 e in 300 sale cinematografiche del circuito MovieMedia.

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