Si rifiuta di fornire la password del cellulare, condannato

VEB

L’autorità giudiziaria del Belgio ha avanzato una richiesta formale di imporre una sanzione giornaliera di 5.000 euro e una condanna a due anni di carcere nei confronti di un ragazzo di 18 anni per il suo rifiuto di divulgare le password dei suoi dispositivi elettronici.

Si rifiuta di fornire la password del cellulare condannato
Foto@Pixabay

Il giovane è accusato di partecipazione ad un’operazione di phishing.

L’organo di accusa belga ha proposto che il giovane paghi la somma sopracitata per ciascun giorno di mancata consegna dei codici per sbloccare i suoi dispositivi mobili, dispositivi di memorizzazione dati e computer portatili.

La proposta include anche un periodo di detenzione di due anni. In seguito a un’ispezione domiciliare, le forze dell’ordine hanno scoperto una cassaforte piena di denaro e svariati dispositivi come cellulari, laptop e supporti di memorizzazione dati.

Si sospetta che il giovane detenga criptovalute ottenute in seguito al suo coinvolgimento nel network di phishing, con compensi stimati in circa mille euro al giorno, anche se non è stata ancora chiarita la sua funzione esatta all’interno del gruppo.

Secondo le dichiarazioni del magistrato federale Jan Kerkhofs al quotidiano Het Nieuwsblad, si ritiene che l’indagato abbia accumulato “decine di migliaia di euro“. Vi è la preoccupazione che, una volta scontata l’eventuale pena detentiva, il giovane possa nascondere i suoi profitti nonostante il sequestro dei dispositivi di memorizzazione.

Il magistrato supervisore del tribunale di Mechelen ha emesso un decreto che obbliga il ragazzo a fornire i codici di accesso. Di conseguenza, secondo quanto dichiarato da Kerkhofs, il suo rifiuto di conformarsi non può essere giustificato dal diritto al silenzio.

Nel frattempo, il legale del ragazzo ha contestato, sostenendo che l’ingiunzione non è stata notificata al suo cliente in tempo per l’udienza in tribunale, e per questa ragione ha chiesto la revoca della sanzione proposta. La decisione del tribunale sulle richieste del procuratore sarà resa nota il 1° dicembre. L’indagine sulla rete di phishing di cui il giovane farebbe parte è tuttora in fase di svolgimento.

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