Sigarette elettroniche più costose, così si combatte il tabagismo?

VEB

Chiamate anche e-cigarette o e-cig, le sigarette elettroniche sono disponibili ovunque e soprattutto sono molto utilizzate, nate come alternativa al consumo di tabacchi lavorati, quali sigarette, sigari ecc., sono utili per cercare di abbassare nettamente la dipendenza da nicotina, tra l’altro sono studiate appositamente per ricalcare le mimiche  e le percezioni di una normale sigaretta o un prodotto da fumo.

Il dispositivo funziona attraverso l’evaporazione di un e-liquid, una soluzione a base di acqua, glicole propilenico, glicerolo, aromi ed eventualmente nicotina. Il liquido è vaporizzato da un atomizzatore, un dispositivo alimentato da una batteria ricaricabile.

Sigaretta elettronica più cara ed inutile per il tabagismo?

Sigaretta elettronica piu cara
foto@Pixabay

La grande differenza rispetto alla sigaretta tradizionale sta nel fatto quindi che usando la sigaretta elettronica non vi è nessun processo di combustione e quindi non vengono prodotte quelle comuni sostanze cancerogene dannose per il fumatore e per chi gli sta accanto: un recente studio ha stabilito che la reazione derivante dalla combustione genera oltre 4.800 diverse sostanze di cui almeno 69 cancerogene.

In più con la sigaretta elettronica il fumatore ha la possibilità di scegliere tra moltissimi aromi e perfino di scegliere la quantità di nicotina, diminuendola gradualmente o magari eliminandola del tutto.

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La nicotina, del resto, non è cancerogena, da dipendenza si, ma non si muore di nicotina. In piccole dosi la nicotina aumenta la frequenza cardiaca e la pressione del sangue. La nicotina, inoltre, estende l’effetto positivo della dopamina sull’umore e provoca un aumento della produzione di beta-endorfine, avendo così un effetto, oltre che stimolante, anche rilassante sull’organismo.

Eppure non è tutto oro quello che luccica, ed infatti pare che, se ad usare la sigaretta elettrica sono i più giovani, cresca esponenzialmente poi il rischio di passare alle sigarette vere.

Una probabilità che può triplicarsi come hanno dimostrato alcuni studi americani e inglesi, la cui revisione è descritta da Costantino Panza, pediatra dell’Associazione culturale pediatri (Acp), in un articolo pubblicato sui QuaderniAcp. Un recente studio fatto negli Stati Uniti, su una popolazione di 14-30 anni, ha mostrato infatti che per chi usa la sigaretta elettronica, anche saltuariamente c’è una probabilità del 30.4% di iniziare a utilizzare le sigarette, rispetto al 7.9% di chi non le ha mai utilizzate.

In Italia, lo svapo è percepito come «esente da danni alla salute dal 53% della popolazione, mentre solo il 17,3% segnala la possibilità di rischi legati alle e-cig – spiega Panza – Percentuale che ci mette agli ultimi posti in Europa sulle conoscenze dei possibili rischi, soprattutto per la fascia più vulnerabile della popolazione, gli adolescenti».

E proprio in Italia sono oltre 10 milioni i consumatori della sigaretta elettronica, in un mercato in continua espansione, che però rischia una brusca frenata a causa di un aumento della tassazione.

Sono infatti indignati e preoccupati i lavoratori di questo settore, pronti a far fronte comune e protestare contro l’ultima sentenza emanata dalla Corte Costituzionale lo scorso 15 novembre. Una sentenza che prevede l’aumento della tassazione sui liquidi utilizzati all’interno dei dispositivi elettronici (dichiarata legittima la tassa di 5 euro su tutti i liquidi destinati alla sigarette elettroniche), portando così il prezzo al raddoppio.

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