Nota in tutto il mondo, la pizza è un cibo amato proprio da tutti, grandi e piccini, in tutte le sue molteplici versioni.
Ma la vera “pizza” ha dei canoni ben precisi, e quando non si rispettano si dà vita ad altri prodotti, anche se altrettanto gustosi.
Sapete, ad esempio, qual è la differenza tra pizza e pinsa?
La differenza più immediata è certamente “geografica”: la pizza è tipicamente napoletana, o almeno lo è la sua ricetta che poi è stata esportata in ogni angolo del globo, mentre la pinsa è romana.
A differenza di quello che si potrebbe credere, poi, è la pinsa la preparazione più antica, conosciuta e mangiata già presso gli antichi romani, anche se per secoli è stata confinata nella stessa zona, salvo poi essere riscoperta e diffusa in anni recenti.
La ricetta della pizza napoletana è poi celeberrima: semplice farina, acqua, lievito ed un pizzico di sale, a formare un disco sottile ma dal cornicione gonfio.
La pinsa invece nasce da una miscela di farine, frumento, soia e riso, poco lievito rispetto alla pizza e un’elevata idratazione (circa l’80%). Anche i tempi di lievitazione sono diversi: si va da un minimo di 24 ore a un massimo di 72, cosa che la rende molto più digeribile anche per gli stomaci più delicati.
A cambiare anche la forma: la pinsa è più piccola e realizzata di forma ovale, probabilmente in ricordo all’uso che ne facevano gli antichi romani, come vassoio per servire le preparazioni più bagnate come le carni in umido.
Da sottolineare, infine, come l’aggiunta di sale avvenga solamente a cottura avvenuta; non è rara neppure l’assenza completa di sale.
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