Rifacendoci al significato più proprio della parola, l’etimologia del termine sinestesia deriva dal greco Syn, ‘insieme‘, e Aisthànestai, ‘percepire‘, e nel complesso significa ‘percepire insieme, sentire insieme’. Infatti la parola sinestesia serve proprio ad indicare un’esperienza di percezione simultanea.
Questo termine è solitamente molto usato in campo artistico e letterario, ma se vi dicessimo che può essere una vera e propria malattia?
Joel Salinas è un medico americano molto speciale; infatti è capace di provare sul suo corpo il dolore dei suoi pazienti, tanto da soffrirne insieme a loro. Il medico non ha poteri soprannaturali, ma è affetto da una rara condizione, la “sinestesia del tocco a specchio tattile”.
Nelle persone che hanno sinestesia in genere accade che una stimolazione sensoriale generi automaticamente la percezione di due eventi sensoriali diversi. Tale condizione può presentarsi in differenti forme (ce ne sono almeno 60 tipi).
Se la più comune è la sinestesia grafema-colore, per cui a lettere e numeri viene associato un colore – ma in alcuni casi anche le intere parole possono avere una propria tonalità – nel caso del dottor Salinas si parla di sinestesia tattile, dove alla vista di qualcuno che prova determinate sensazioni si associa un vero e proprio sentire la stessa sensazione nelle stesse parti del corpo.
Sinestesia medico sente il dolore dei suoi pazienti
La sua storia è stata raccontata dalla BBC: Joel, prima di iscriversi alla facoltà di medicina, pensava di essere come tutti i suoi coetanei, però presto si è reso conto che ciò che sentiva non era del tutto normale, e che non tutte le persone vedevano le cose come lui.
Nel suo ‘mondo’ fin da piccolo, la musica crea colori e i numeri hanno una personalità. Quando colorava a scuola, vedeva la forma della lettera B arancione o il numero 1 giallo. E fare le somme per lui era qualcosa di strano: “il mio due era una madre rossa, e il quattro un amico blu. Come era possibile che 2+2 facesse 4?”, ricorda.
La svolta però avviene nel 2008, quando frequenta medicina ad Harvard: vede una persona morire di arresto cardiaco e si rende conto che la sua è una condizione particolare. “Mentre vedevo che gli praticavano il massaggio cardiaco, potevo sentire la mia schiena stesa sul pavimento, la compressione sul mio petto, e la sonda per far respirare che scendeva lungo la mia gola“, racconta. Quando il paziente muore 30 minuti dopo, Salinas prova “un inquietante silenzio – racconta – Avevo la completa assenza di sensazioni fisiche“.
Da quel giorno, Salinas ha iniziato ad avvertire quelle sensazioni sempre più forti. Ad oggi se vede una persona in sala operatoria, sente su di lui l’incisione del bisturi, seguita da agitazione e calore. Non è semplice percezione, ma la realtà, riconosciuta anche in campo medico, circa 10 anni fa, come “sinestesia del tocco a specchio tattile”.
Il “talento” del dottore è quello di aver scelto di “usare” questa sua condizione e sviluppato una positiva empatia, che lo aiuta a curare meglio i suoi pazienti: per esempio si accorge subito se hanno bisogno di bere o se provano dolore dal minimo movimento del viso o del corpo.
«Il mio interesse è veramente il benessere dei miei pazienti – ha concluso il dottor Salinas – perché rappresenta anche il mio».