Sperimentazione, meno animali utilizzati come cavie

VEB

Finalmente una buona notizia: per la sperimentazione si usano meno animali come cavie.

Un passo avanti nella sperimentazione sugli animali, dal momento che cala il numero di quelli utilizzati come cavie.

Il Ministero della salute riporta che nel 2014 sono stati utilizzati 30mila animali in meno per la sperimentazione clinica.

Ovviamente il numero è da prendere con le molle, dal momento che presumibilmente molte sono le sperimentazioni effettuate e non dichiarate, tuttavia il dato in senso generale può essere considerato abbastanza confortante.

Dal sito del Ministero della Salute si apprende: “Con 691.666 animali utilizzati nel 2014, l’Italia scende di circa 30.000 unità rispetto all’anno precedente, confermando la funzionalità delle nuove regole contenute nella direttiva e la massima attenzione con cui vengono vagliate le procedure di autorizzazione”.

Vengono utilizzati come cavie, nell’ordine decrescente: ratti, polli, pesci, porcellini d’India, conigli macachi.

E’ auspicabile che quel numero risicato di 30.000 unità rispetto ai quasi 700.000, diminuisca ulteriormente anche nel 2015, e pure quest’anno.

Come disse, infatti, un giorno Margherita Hack, notissima scienziata, interrogata sull’utilità della sperimentazione sugli animali: “Gli animali soffrono come gli uomini, né più né meno, perché come gli uomini sono dotati di terminazioni nervose”. E probabilmente non aveva tutti i torti.

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